Primate di Sardegna e Corsica: differenze tra le versioni

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Già nel 484 la sede vescovile di Cagliari è elevata al rango metropolitano e il primo vescovo a potersi fregiare del titolo di arcivescovo fu Lucifero II.
 
Il titolo primaziale di [[Sardegna]] compare per la prima volta nella corrispondenza tra [[papa Vittore III]] con l’arcivescovo di Cagliari Giacomo (1075-1089), ma il documento è comprovatamente falso.<ref>A. Carboni, ''L'epistola di Vittore III ai vescovi di Sardegna. Prova e storia di un falso'', Roma, 1960.</ref>. Nel 1092 l’arcivescovo di Cagliari, che invano vi si appoggiava, si vide infatti privato del titolo dal pontefice [[Papa Urbano II|Urbano II]].
 
Dopo che la [[Repubblica di Pisa]] aveva esteso i propri interessi economico-politici su gran parte dell’isola di Sardegna, nel 1138 [[papa Innocenzo II]] concesse all’arcivescovo di Pisa il titolo di primate del [[giudicato di Torres]] e nel 1176 [[papa Alessandro III]] estese la giurisdizione primaziale ai giudicati di [[Giudicato di Cagliari|Cagliari]] e [[Giudicato di Arborea|Arborea]]. Dal 1189 l’arcivescovo di Pisa poté fregiarsi del titolo di Primate di Corsica e Sardegna.
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Le reliquie turritane furono invece divise tra l'imponente [[basilica di San Gavino]] di Torres (dove fu eretta un'elegante cripta che scende nel cuore sotterraneo dell'enorme edificio romanico) e il [[duomo di Sassari]].
 
Nel [[1640]] la [[Santa Sede]] per voce della [[Sacra Rota]] rigettò tutte le richieste sarde per non recederne più. La Curia Pontificia, infatti, non usò mai tale espressione per nessuna delle sedi episcopali sarde e per niente a loro afferente, così da evitare di sanzionare anche solo con l'uso simbolico, un titolo mai espressamente concesso. Di questo atteggiamento prudenziale, adottato fin dal XVII secolo, testimonia ancora il carteggio relativo all'ottenimento di un canonicato a Cagliari da parte di [[Giovanni Spano]], che, per la formula errata facente riferimento alla 'Primaziale di Cagliari' si vide rifiutare da Roma la formale redazione delle bolle di nomina, come prontamente gli riferì il cappuccino frate Salvatore da [[Ozieri]] nel [[1844]]. Egli, influente a Roma e collaboratore di numerose Congregazioni vaticane, riferì della questione allo Spano dopo aver discusso con il responsabile per la Dataria Apostolica Giovanni Battista Orengo. Entrambi scrissero allo Spano di verificare, fra le varie cose, se la [[Casa Savoia]] avesse diritto realmente a proporre canonici e patrocinare canonicati (era stato proposto da [[Carlo Alberto di Savoia]]) e che Roma ordinava di eliminare dalla bozza <nowiki>' </nowiki>''Primatialis Ecclesia; perché in Sardegna non esiste Primate, e la Chiesa di Cagliari è arcivescovile, e per conseguenza Metropolitana'' <nowiki>'</nowiki> (già il cappuccino ozierese aveva ricordato il rifiuto di Roma verso questo titolo e l'utilizzo erroneo fatto del titolo Primaziale nel 1832 che aveva portato a numerose proteste).<ref>''Giovanni Spano e i suoi corrispondenti (1843-1855)'', a cura di L. Carta, Nuoro, 2015, n. 279 e n. 280, pp.189-190.</ref>.
 
== Note ==