Assalto alla sede del Movimento Sociale Italiano di Padova: differenze tra le versioni

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|titolo = Assalto alla sede dell'MSI di Padova
|immagine = Via Zabarella dove il 17 giugno 1974 furono assassinati dalle BR i missini Mazzola e Giralucci.jpg
|didascalia = Via Zabarella 24, dove il 17 giugno 1974 furono assassinati dalle BR i missini Mazzola e Giralucci
|nazione = ITA
|luogo = [[Padova]]
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== Storia ==
La settimana prima del fatto, il terrorista [[Roberto Ognibene]], dando generalità false, si era presentato in visita di ricognizione alla porta della sede dichiarandosi simpatizzante del partito e promettendo che sarebbe tornato. Intorno alle 9:30 di mattina del 17 giugno un gruppo di cinque persone armate con pistole munite di silenziatore eseguì un'azione a carattere paramilitare nella sede del MSI di via Zabarella 24 con lo scopo di prelevarvi alcuni documenti, {{Senza fonte|con la valenza simbolica della violazione di territorio}}. Mentre un membro del [[commando]] rimase ad attendere fuori dall'edificio come "palo", altri due membri fecero un'incursione negli uffici con lo scopo di prelevare i documenti; un quarto membro del commando attendeva sulle scale dell'edificio con una borsa, per prendere il materiale sottratto, ed un quinto era rimasto in auto pronto per la fuga. {{Senza fonte|L'atto avrebbe dovuto avere lo scopo di prelevare alcuni documenti presenti nella sede del Movimento Sociale Italiano, e scrivere sui muri slogan delle Brigate Rosse, a scopo intimidatorio e con la valenza simbolica della violazione di territorio<ref>[https://www.csm.it/documents/21768/155411/Corte+assise+appello+Venezia+9+dicembre+1991/6be55fb2-8bc5-4d85-9073-9b7ce9ea839f Dichiarazioni di Silvano Girotto al PM di Padova del 17 maggio 1978, riportate in Sentenza Corte d'Assise d'Appello di Venezia del 9 dicembre 1992]</ref>.}} Penetrati all'interno del locali i due terroristi vi trovarono Graziano Giralucci, militante dell'MSI, quasi trentenne, rugbista e fondatore del [[CUS Padova]], e Giuseppe Mazzola, un ex carabiniere in pensione già sessantenne che teneva la contabilità, i quali furono assassinati nel corso dell'attacco. Le armi del delitto furono due [[pistola|pistole]], una [[Walther P38|P38]] e una 7.65 con [[silenziatore (armi)|silenziatore]]. Conclusa l'azione il commando si dileguò.
 
Il giorno successivo l'azione venne rivendicata da una cellula brigatista tramite una telefonata alla sede di Padova de ''[[Il Gazzettino]]'' e due volantini vennero lasciati in cabine telefoniche di Milano e Padova. La decisione di rivendicare il fatto, a detta di [[Renato Curcio]], fondatore delle BR, fu sofferta. [[Silvano Girotto]], interrogato il 26 settembre [[1974]] da [[Giancarlo Caselli]], a proposito del duplice omicidio di Padova riferì: «Curcio disse: bisognava anche sapere che, se necessario, le Br uccidevano». L'eventualità dell'uso delle armi per uccidere non era esclusa e questo rappresentava un principio chiaro dell'organizzazione; il problema sorse sull'opportunità, in particolare sull'omicidio di Mazzola e Giralucci, che lo stesso Curcio definì «un imbarazzante incidente di lavoro» nonché «un errore molto grave e un disastro politico». In una lunga intervista concessa a [[Mario Scialoja]] nel [[1992]] Curcio, proprio in relazione al delitto di Via Zabarella, dichiarò che all'epoca escludeva del tutto l'idea di uccidere consapevolmente per scopi politici, ritenendo questa pratica controproducente e negativa per la stessa organizzazione. Gli stessi responsabili della colonna veneta sollecitarono i vertici delle BR a rinunciare alla rivendicazione di paternità degli omicidi. Pur con molti dubbi le BR rivendicarono l'azione specificando nel volantino che, pur essendo responsabili degli omicidi, le BR seguivano un'altra linea e che i delitti non erano stati pianificati dall'organizzazione. Le Brigate Rosse avevano in precedenza commesso altre azioni violente armate, tra cui il rapimento del procuratore [[Mario Sossi]], a Genova, il 18 aprile [[1974]], ma questo fu il primo omicidio effettuato e rivendicato a nome delle Brigate Rosse.
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== Sviluppi successivi ==
Graziano Giralucci lascia la moglie Bruna Vettorato e la figlia Silvia di 3 anni. Giuseppe Mazzola lascia la moglie Giuditta e 4 figli.
Nell'agosto [[1991]], [[Francesco Cossiga]], [[Presidente della repubblica]] in carica, propose di concedere la [[grazia (diritto)|grazia]] a Renato Curcio; a tale provvedimento si oppose la famiglia Mazzola che, per protesta, chiese la sospensione dallo status di [[cittadinanza]] [[italia]]na. Sempre a tal riguardo, Silvia Giralucci, figlia di una delle due vittime e ventenne al momento della lettera, scrisse a Cossiga:{{Citazione|La grazia è un'ingiustizia che ci offende, sia come familiari delle vittime del terrorismo, che come privati cittadini. Mia madre ed io avevamo già espresso parere negativo alla grazia... La nostra vita è stata profondamente segnata da quell'episodio, è una vita non completa, non normale. Perché dobbiamo concedere una vita normale a chi non ha permesso che la nostra fosse tale? Hanno stroncato e segnato irreversibilmente troppe vite per avere il diritto di godersi la loro. Constatatone il fallimento, vorrebbero, e lei con loro, considerare la loro esperienza storicamente sorpassata, ma il dolore mio e della mia famiglia non è ancora storia, è vita".|Silvia Giralucci, in risposta alla proposta di grazia a [[Renato Curcio]] da parte del [[Presidente della repubblica]] [[Francesco Cossiga]]}}
 
Nell'agosto [[1991]], [[Francesco Cossiga]],il [[Presidente della repubblica]] in[[Francesco carica,Cossiga]] propose di concedere la [[grazia (diritto)|grazia]] a Renato Curcio; a tale provvedimento si oppose la famiglia Mazzola che, per protesta, chiese la sospensione dallo status di [[cittadinanza]] [[italia]]na. Sempre a tal riguardo, Silvia Giralucci, figlia di una delle due vittime e ventenne al momento della lettera, scrisse a Cossiga:{{Citazione|La grazia è un'ingiustizia che ci offende, sia come familiari delle vittime del terrorismo, che come privati cittadini. Mia madre ed io avevamo già espresso parere negativo alla grazia... La nostra vita è stata profondamente segnata da quell'episodio, è una vita non completa, non normale. Perché dobbiamo concedere una vita normale a chi non ha permesso che la nostra fosse tale? Hanno stroncato e segnato irreversibilmente troppe vite per avere il diritto di godersi la loro. Constatatone il fallimento, vorrebbero, e lei con loro, considerare la loro esperienza storicamente sorpassata, ma il dolore mio e della mia famiglia non è ancora storia, è vita".|Silvia Giralucci, in risposta alla proposta di grazia a [[Renato Curcio]] da parte del [[Presidente della repubblica]] [[Francesco Cossiga]]}}
 
Nel luglio [[1992]] Serafini chiese la grazia, mentre Ronconi e Semeria usufruirono della semilibertà e Ognibene, grazie ai benefici della legge sui dissociati, fu impiegato presso il comune di [[Bologna]]. Il 1º agosto [[1992]] Serafini venne arrestato per scontare due anni e mezzo di pena residui.
 
Il 12 novembre [[1992]] il Comune di Padova ha deciso dedicare due vie a Graziano Giralucci e Giuseppe Mazzola. Nel giugno del 2008 il Comune di Padova ha affisso al muro dell'edificio di via Zabarella una targa di commemorazione del duplice omicidio. La targa era stata precedentemente appesa a un palo perché i condomini che attualmente abitano lo stabile avevano rifiutato di concedere l'uso del muro. Graziano Giralucci è stato il fondatore del Cus Padova Rugby.

Giuseppe Mazzola, che per molti anni prestòaveva prestato servizio come carabiniere in [[Calabria]], ricevendo, oltre acon encomi e decorazioni, ricevette anche la cittadinanza onoraria di [[Montebello Ionico]] ([[Provincia di Reggio Calabria|RC]]). All'assassinio di Giralucci e Mazzola fu dedicata la canzone ''[[Padova 17 giugno]]'', del gruppo musicale legato all'estrema destra [[La Compagnia dell'Anello (gruppo musicale)|La Compagnia dell'Anello]]. Graziano Giralucci lascia la moglie Bruna Vettorato e la figlia Silvia di 3 anni. Giuseppe Mazzola lascia la moglie Giuditta e 4 figli.
 
== Note ==
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== Voci correlate ==
* [[Anni di piombo]]
* [[Roberto Ognibene]]
* [[Terrorismo in Italia]]
* [[Vittime delle Brigate Rosse]]