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[[Niceta Coniata]] continuò a usare il nome "Elleni": sottolineando gli oltraggi dei "Latini" nel [[Peloponneso]], immaginò come il fiume [[Alfeo (fiume del Peloponneso)|Alfeo]] avrebbe potuto condurre tali notizie ai "barbari" di [[Sicilia]], i [[Normanni]]<ref>Niceta Coniata, ''Il sacco di Costantinopoli'', 9 '¦Å, Bonn, pp. 806</ref>.
[[Niceforo Blemmide]] si riferisce agli [[Imperatore bizantino|imperatori bizantini]] chiamandoli Elleni,<ref>Niceforo Blemmide, ''Pertial narration'', 1, 4</ref> e [[Teodoro Alanias]] scrisse in una lettera a suo fratello che "la patria potrebbe essere catturata, ma l'Ellade esiste ancora all'interno di ogni uomo saggio"<ref>Teodoro Alanias, ''PG 140, 414''</ref>.
Il secondo imperatore di Nicea, [[Giovanni III Vatatze]], scrisse in una lettera a [[
L'evoluzione del nome fu lenta e non rimpiazzò mai completamente il termine "romano".
[[Niceforo
Comunque, già nell'ultimo anno dell'Impero, [[Giorgio Gemisto Pletone]] segnalò a [[Costantino XI Paleologo]] che gli uomini che conduceva erano ''"Elleni, come dimostra le loro razza, lingua ed educazione"''<ref>Giorgio Gemisto Pletone, ''Paleologia e Peloponnesiaca'', p. 247</ref> e Costantino XI stesso alla fine proclamò [[Costantinopoli]] ''"rifugio per Cristiani, speranza e gioia di tutti gli elleni"''<ref>George Phrantzes, ''Storia'', 3,6</ref>.
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