Enrico Cairoli: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
Fu il quarto figlio di [[Carlo Cairoli]] e di [[Adelaide Bono]]. Studente di [[medicina]] dal [[1856]] all'[[Università di Pavia]], nel [[1859]] si arruolò tra i [[Cacciatori delle Alpi]] per combattere nella [[Secondaseconda Guerraguerra did'indipendenza Indipendenzaitaliana]]. Era da poco tornato a [[Pavia]], quando decise di prender parte, con il fratello [[Benedetto Cairoli|Benedetto]], alla [[spedizione dei Mille]].
 
Combatté anella [[Battagliabattaglia di Calatafimi|Calatafimi]], e il 27 maggio [[1860]] fu gravemente ferito all'[[Insurrezione di Palermo (1860)|ingresso di [[Palermo]]: dovette far ritorno a casa, sostituito dal fratello [[Luigi Cairoli|Luigi]], che morirà in settembre a [[Cosenza]]. Laureatosi in medicina nel [[1861]], nell'agosto [[1862]] era con [[Garibaldi]] in [[Aspromonte]] quando la spedizione fu fermata dalle truppe nel nuovo Stato italiano. Arrestato e incarcerato a [[Varignano]], fu liberato dall'[[amnistia]] del 5 ottobre 1862.
 
[[File:Girolamo Induno Morte di Enrico Cairoli.jpg|thumb|left|[[Gerolamo Induno|G. Induno]], ''La morte di Enrico Cairoli'']]
 
Combatté ancora volontario nella [[Terzaterza guerra di indipendenza italiana|Terza Guerra di Indipendenza]], alla fine della quale progettò con il fratello [[Giovanni Cairoli|Giovanni]] un piano per la liberazione di [[Roma]], recandovisi due volte, nell'agosto e nel settembre del [[1867]], per studiare la possibilità di un'insurrezione che doveva essere diretta da [[Francesco Cucchi]]. Enrico e Giovanni, individuati ed espulsi dalla polizia pontificia il 9 ottobre, si unirono a [[Terni]] al gruppo di settantasei garibaldini, precedentemente organizzato, che erano in attesa del momento propizio per entrare in Roma.
 
Il 20 ottobre, alla notizia dell'[[Campagna dell'Agro romano per la liberazione di Roma|avvenuta insurrezione]], si mossero in direzione di Roma, giungendo a [[ponte Milvio]] la sera del 22 ottobre. Compreso che la rivolta era fallita, il gruppo, comandato da Enrico Cairoli, si attestò sulle alture di [[Villa Glori]], dove il 23 ottobre venne attaccato dagli [[zuavi pontifici]]. Nello [[scontro di Villa Glori]], Enrico fu ucciso e Giovanni ferito. La salma di Enrico, restituita ai famigliari, è tumulata a [[Gropello Cairoli]].
 
La sfortunata impresa venne ricordata nel [[1883]] dal monumento in bronzo<ref>[http://www.duesecolidiscultura.it/wp-content/uploads/Roma-monumneto-fratelli-Cairoli-ercole-rosa-Pincio1.jpg] monumento in bronzo]({{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20220108130226/https://www.lombardiabeniculturali.it/fotografie/schede/IMM-LOM60-0042522/|data=8 gennaio 2022}})</ref> eretto nel parco del [[Pincio]], a Roma, opera dello scultore [[Ercole Rosa]], garibaldino che combatté a [[Battaglia di Mentana|Mentana]].
 
Enrico Cairoli tenne due diari, uno durante la spedizione in Sicilia, e un altro nella prigionia subita dopo il tentativo del 1862, entrambi pubblicati postumi.<ref>Rispettivamente nel 1960, in ''Pavia e la spedizione dei Mille'', pp. 109-120, e nel 1963.</ref>