Basilica di Sant'Eustachio: differenze tra le versioni

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La '''basilica di Sant'Eustachio''' è una [[chiese di Roma|chiesa]] di [[Roma]], costruita nell'[[VIII secolo]] e dedicata al [[Eustachio (martire)|santo omonimo]], nel [[Sant'Eustachio (rione di Roma)|rione Sant'Eustachio]].
 
Ha la dignità di [[basilica minore]].<ref>{{en}}Cita [web|url=http://www.gcatholic.org/churches/data/basITX.htm ''Gcatholic.org Basilics|titolo=Basilicas in Italy''], Vatican City State, San Marino|sito=GCatholic.org|lingua=en|accesso=2022-01-12}}</ref>.
 
==Storia==
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La prima menzione della chiesa è del [[795]], durante il pontificato di [[papa Leone III]], ed è ricordata come un'antica diaconia romana (un centro di assistenza per i poveri). L'antico edificio fu completamente ricostruito ed ingrandito nel [[1195]]-[[1196]] con [[papa Celestino III]]; in questa occasione fu aggiunto il campanile [[Architettura romanica|romanico]] che ancora oggi si può ammirare. Una lapide conservata nella sacrestia ricorda la consacrazione della chiesa nel 1196. Un documento del [[1406]] attesta l'esistenza di un portico e di un chiostro, su cui affacciavano le camere dei canonici. Nel [[XVI secolo]] era uno dei luoghi di preghiera preferiti da [[Filippo Neri|san Filippo Neri]]. Tra il [[XVII secolo|XVII]] e il [[XVIII secolo]] la chiesa venne completamente ricostruita, abbattendo tutte le strutture medievali (eccetto il campanile), e ricostruendola secondo i gusti dell'epoca: artefici della ricostruzione furono [[Cesare Corvara]], che diresse i lavori dal [[1701]] al [[1703]]; [[Giovan Battista Contini]], che aggiunse le cappelle ed il portico; [[Antonio Canevari]], [[Nicola Salvi]] e [[Giovanni Domenico Navone]] terminarono l'opera con l'aggiunta dell'[[abside]] e del [[transetto]]. La sua ricostruzione fu necessaria a causa delle piene del [[Tevere]] e dell'eccessiva umidità che ne minavano le fondamenta. Ulteriori restauri all'edificio furono apportati nel corso del [[XIX secolo|XIX]] e del [[XX secolo]], con interventi che riguardarono non solo la salvaguardia delle strutture, ma anche il loro abbellimento.
 
La chiesa è sede del [[titolo cardinalizio]] di ''“[[Sant'Eustachio (diaconia)|Sant'Eustachio]]”'', istituito intorno al [[VII secolo]].
 
==Descrizione==
===Esterno===
[[File:Mac9012.JPG|thumb|La testa del cervo collocata in cima alla facciata]]
La facciata è opera di Cesare Corvara. Essa è a due ordini, di cui il superiore arretrato rispetto all'inferiore. Quest'ultimo è scandito da quattro [[lesena|lesene]] e da due colonne, che aprono sul portico. Sul lato destro è collocata una lapide a ricordo di un'inondazione del Tevere del [[1495]], le cui acque raggiunsero la basilica. L'ordine superiore è scandito da quattro [[parasta|paraste]], che suddividono una grande finestra e due nicchie ornate da conchiglie. Termina la facciata un timpano entro cui si apre un oculo circondato da rami di palma e sormontato da una corona. In cima alla facciata è collocata una testa di cervo con croce tra le corna. Il cervo fa riferimento all'arma della famiglia Maffey che partecipò con copiosa donazione alla ricostruzione e si riallaccia alla leggenda di una visione a cui avrebbe assistito sant'Eustachio durante una battuta di caccia e che fu all'origine della sua conversione al cristianesimo. La famiglia Maffey aveva dimora nel sontuoso palazzo di Via della Pigna, poco distante dalla chiesa di S. Sant'Eustachio.
 
Affianca la chiesa il campanile medievale (del [[1196]]), in parte occultato dalle case costruite a ridosso di esso. Per garantirne la stabilità in passato furono murate tutte le [[bifora|bifore]], eccetto quelle dell'ordine superiore.
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Ai lati dell'unica navata, altre vetrate con motivi geometrici, identiche tra loro, ornano la parte alta. Sulla sinistra, nella ''Cappella di San Giuliano l'Ospedaliere'', dove si accede al Battistero, è inserita una vetrata istoriata che rappresenta il [[Battesimo]] di [[Gesù]], un'altra è posizionata nella ''Cappella del Sacro Cuore'', rappresenta in modo originale i sette doni dello Spirito Santo e l'ultima entrando, nella cappella a destra, tutte realizzate da Corrado Mezzana e Cesare Picchiarini intorno al 1936.
 
Nel transetto destro, i dipinti eseguiti da [[Giacomo Zoboli]] (1681–1767) nel 1737: sul lato sinistro "''San Gerolamo"'' e al centro "''Incontro tra la Santa Vergine e Elisabetta"''.
 
L'altare maggiore, opera in bronzo e marmi policromi di [[Nicola Salvi]] del [[1739]], venne completato da un baldacchino di [[Ferdinando Fuga]] ([[1749]]). La tela dell'altare è di [[Francesco Ferdinandi]] e raffigura il ''Martirio di sant'Eustachio''. La mensa dell'altare poggia su un'urna di [[porfido rosso antico]], che contiene le reliquie del santo titolare della basilica e dei suoi familiari.
 
 
=== Organo a canne ===
{{vedi anche|Organo della basilica di Sant'Eustachio a Roma}}
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==Iniziative di assistenza==
 
La Basilica di Sant'Eustachio è diventata nell'ultimo decennio un luogo in cui si fornisce assistenza ai bisognosi. Grazie all'imprenditorialità del rettore emerito Don Pietro Sigurani, sono infatti allestiti tre turni mensa quotidiani.<ref>{{Cita news|autore=Salvatore Cernuzio, [|url=https://www.lastampa.it/vatican-insider/it/2017/11/16/news/roma-la-sfida-di-un-prete-a-12-ristoranti-del-pantheon-pranzo-gratis-per-i-poveri-1.34385689 |titolo=Roma, la sfida di un prete a 12 ristoranti del Pantheon: “Pranzo gratis per i poveri”], |pubblicazione=[[La Stampa]], 16 Novembre |data=2017.-11-16|accesso=2022-01-12}}</ref> La Basilica ha anche subito dei lavori di ristrutturazione per mettere a disposizione dei senza fissa dimora appropriati servizi igienici.<ref>{{Cita news|autore=Laura Mari, [|url=https://roma.repubblica.it/hermes/inbox/2016/04/06/news/una_casa_di_lusso_per_i_poveri_nel_tempio_barocco_al_senato-136994014/ |titolo=Roma, una casa di lusso per i poveri nel tempio barocco al Senato], |pubblicazione=[[Lala Repubblica (quotidiano)|Lala Repubblica]], 6 Aprile |città=Roma|data=2016.-04-06|accesso=2022-01-12}}</ref>
 
== Note ==