Duomo di Verona: differenze tra le versioni

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[[File:Paleochristian church remains - Sant'Elena - Verona 2016 (3).jpg|miniatura|Resti del pavimento [[Mosaico|musivo]] della "chiesa A", la più antica [[Basilica (architettura cristiana)|basilica]] [[Architettura paleocristiana|paleocristiana]] di Verona, nella [[Chiesa di Sant'Elena (Verona)|chiesa di Sant'Elena]]]]
 
Già nella seconda metà del V secolo, però, venne edificata una seconda basilica di maggiori dimensioni della precedente, chiamata semplicemente "chiesa B", di cui rimangono resti archeologici nel [[chiostro dei Canonici]] e ancora nella [[Chiesa di Sant'Elena (Verona)|chiesa di Sant'Elena]]; la realizzazione di questo secondo edificio comportò la parziale demolizione della basilica precedente, la chiesa A, di cui la parte sopravvissuta venne suddivisa in vani e adibita ad altre funzioni. Il nuovo edificio, di 29,2 x 722×72,8 metri, era sempre a tre navate con un'unica abside centrale, ma era dotato di un [[nartece]] situato nell'area su cui oggi insiste la [[Biblioteca capitolare di Verona|biblioteca capitolare]],<ref name=notiziario/> forse anticipato da un [[quadriportico]].<ref name=veronacom/> Anche questa chiesa aveva un pavimento riccamente decorato da mosaici ed era caratterizzata da un'area presbiteriale rialzata, da cui però partiva la [[Solea (architettura)|solea]], una stretta passerella transennata che dal podio del presbiterio scendeva lungo la navata centrale. Alla solea vennero aggiunte nella prima metà del VI secolo due strutture semicircolari, una trasformazione probabilmente dovuta ad aggiornamenti del rituale cristiano.<ref name=notiziario/>
 
[[File:Ancient remains - Cloister - Duomo - Verona 2016 (3).jpg|miniatura|sinistra|Resti del pavimento in mosaico della "chiesa B", situato nel [[chiostro dei Canonici]]]]
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Della costruzione (o ricostruzione) del IX secolo non rimane quasi nulla, in quanto la città di Verona venne colpita da un catastrofico [[Terremoto di Verona del 1117|terremoto nell'anno 1117]], che causò gravi danni anche al complesso della cattedrale cui seguì una riconfigurazione in [[Architettura romanica|forme romaniche]] dei vari edifici che lo componevano. L’articolazione del complesso impostata da [[Ratoldo]] e [[Pacifico (arcidiacono)|Pacifico]] rimase però sostanzialmente immutato: il [[Chiostro dei Canonici|chiostro canonicale]], probabilmente già nella veste attuale, è citato nei documenti a partire dal 1123; la ricostruzione del [[Battistero di San Giovanni in Fonte (Verona)|battistero di San Giovanni in Fonte]], voluta dal vescovo Bernardo, è sempre del 1123; la ricostruzione di [[Chiesa di Sant'Elena (Verona)|Sant’Elena]] avvenne sempre negli stessi anni, in quanto venne consacrata nel 1140 dal patriarca di Aquileia, [[Pellegrino di Povo di Beseno di Manzano|Pellegrino]].<ref name=veronacom/>
 
La cattedrale venne ricostruita, anche lei in [[Architettura romanica|stile romanico]], a partire dal 1120. Il progettista dell’opera non è noto, tuttavia sono conosciute alcune maestranze, in particolare [[Niccolò (scultore)|Niccolò]], che realizzò il portale d'ingresso a doppio [[protiro]], identificato grazie all’iscrizione presente sul coronamento esterno del protiro inferiore ('''''«'''Arteficem gnarum qui sculpserit hec Nicolaum hunc cuncurrentes laudant per secula gentes'''»'''''), e un certo maestro Pelegrinus, la cui firma è incisa su un arco raffigurante ''Cristo tra i Santi Pietro e Paolo'', oggi conservato presso il [[museo di Castelvecchio]], ma di cui non si conosce esattamente il ruolo. La nuova Cattedrale venne consacrata il 13 settembre 1187 dal [[Papa Urbano III|pontefice Urbano III]].<ref name=chieseitaliane/>
 
Questa struttura romanica, il cui impianto planimetrico è sopravvissuto sostanzialmente inalterato fino ad oggi, rimane ancora leggibile pure sui paramenti murari, nelle [[Cornice (architettura)|cornici]] scolpite ancora in opera e nei due protiri, quello principale e quello laterale, nonostante le numerose trasformazioni avvenuti nei secoli successivi.<ref name=veronacom/>