Manned Maneuvering Unit: differenze tra le versioni

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Per adattarsi alle diverse caratteristiche fisiche degli astronauti, i bracci potevano essere regolati in un range di 13&nbsp;cm. L'unità era abbastanza piccola da poter essere manovrata facilmente attorno a strutture complesse<ref>{{Cita libro|autore = [[NASA]]|titolo = Mannde Maneuverig Unit User's Guide|anno = 1978|editore = |città = |p = |pp = 5-8|ISBN = }}</ref>. A pieno carico di propellente la MMU possedeva una massa circa 140&nbsp;kg<ref name=":0" />.
 
Per spostarsi nello spazio usava un getto di [[azoto]] gassoso. Due serbatoi di alluminio ricoperti di [[Kevlar]] contenevano 5,9&nbsp;kg di azoto l'uno, propellente sufficiente per un EVA di circa 6 ore, tempo variabile a seconda della quantità di manovre eseguite. Il [[Delta-v (astrodinamica)|Δv]] tipico era di circa 25&nbsp;m/s<ref>{{Cita libro|autore = [[NASA]]|titolo = Manned Maneouvering Unit User's Guide|anno = 1978|editore = |città = |p = |pp = 30-38|ISBN = }}</ref>.
 
La tuta aveva 24 ugelli piazzati in posizioni diverse. Per utilizzarli, l'astronauta manovrava i controller collocati sui due bracci. Il controller di destra veniva usato per la rotazione, mentre quello di sinistra per lo spostamento traslazionale. La coordinazione dei due controller permetteva all'unità di compiere manovre complesse e intricate<ref name=":0" />. Una volta raggiunto l'orientamento desiderato, l'astronauta poteva usare un autopilota per mantenerlo, in modo da avere le mani libere per lavorare<ref>{{Cita libro|autore = [[NASA]]|titolo = Manned Maneouvering Unit User's Guide|anno = 1978|editore = |città = |p = 15|pp = |ISBN = }}</ref>.