Āyat al-Kursī: differenze tra le versioni

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Mohammed
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:La sua traduzione italiana è:<br>''Dio! Non v'è altro Dio che Lui, il Vivente, che di Sé vive: non lo prende mai né sopore né sonno, a Lui appartiene tutto ciò che è nei cieli e tutto ciò che è sulla Terra. Chi mai potrebbe intercedere presso di lui senza il Suo permesso? Egli conosce ciò che si cela tra le loro mani e ciò che è dietro di loro, mentre essi non abbracciano della Sua scienza se non ciò che Egli vuole. Spazia il Suo Trono sui cieli e sulla terra, né Lo stanca vegliare a custodirli: è l'Eccelso, il Possente!''<ref>''[[Corano|Cor.]]'', II:255, trad. di [[Alessandro Bausani]]</ref>
 
La tradizione ricorda che esso fu indicato dallo stesso [[MohammedMaometto]] ad [[Ubayy ibn Ka'b|Ubayy b. Kaʿb]] come uno dei versetti più belli e significativi dell'intera Rivelazione.
]] ad [[Ubayy ibn Ka'b|Ubayy b. Kaʿb]] come uno dei versetti più belli e significativi dell'intera Rivelazione.
 
Esso ha una riconosciuta valenza [[apotropaica]], al pari della ''Sūrat al-Falaq'' (o "Sūra dell'alba")<ref>n. 113.</ref> e della ''Sūrat al-Nās'' (o "Sūra degli uomini").<ref>n. 114.</ref>