Scudiero: differenze tra le versioni
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L'uno indicava il valletto d'armi, ovvero un giovane incaricato di portare le armi e lo [[scudo (difesa)|scudo]] del suo signore in guerra. Nella mitologia classica alcuni scudieri fungono pure da [[auriga|aurighi]], come gli omerici [[Molione]] e [[Midone]]; anche nell<nowiki>'</nowiki>''[[Eneide]]'' c'è un ragazzo con entrambe le mansioni, ed è agli ordini del condottiero rutulo [[Remo (Eneide)|Remo]] (per alcuni traduttori il passo in questione parlerebbe però di due figure distinte, uno scudiero e un auriga). Questi personaggi vengono detti scudieri o [[palafreniere|palafrenieri]], avendo anche le stesse responsabilità degli addetti alle [[scuderia ippica|scuderie]] in servizio di vigilanza, i quali, agli ordini di un capo-scuderia, sono incaricati di sorvegliare i quadrupedi ricoverati nelle scuderie del corpo, specialmente nelle ore notturne (e uno di loro, lo scudiero di Remo, troverà la morte durante un turno di guardia negligentemente condotto, facendosi colpire nel sonno dalla spada di [[Niso (troiano)|Niso]]). Ancora nel poema epico virgiliano è presente il personaggio di [[Acate (mitologia)|Acate]] (il fedele armigero di [[Enea]]), il cui nome è diventato praticamente sinonimo di scudiero (''fidus Achates''). Sempre nella mitologia classica si ricorda la figura di [[Ila]], giovane armigero di [[Eracle]], cui fu anche legato sentimentalmente.
L'altro significato era quello di scudiero nobile, o per meglio dire, allievo cavaliere,
In [[Germania]] gli scudieri venivano spesso riuniti in [[squadrone|Squadroni]] e adoperati come [[cavalleria leggera]], a frotte, od a gruppi alla spicciolata, dopo il primo scontro dei cavalieri, e dopo il loro [[caracollo]]. Essi diedero origine ai [[raitri]].
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