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==I capitolari carolingi==
Nei primi anni del dominio carolingio in Italia, si registra una situazione di sostanziale continuità nella produzione degli atti giuridici ed i capitolari nascono come "promemoria" per i [[conti]] e i [[vescovi]] che partecipano all'[[assemblea dei Grandi]], durante la quale le decisioni prese dal re e dal consiglio dei suoi fedeli sono pubblicate verbalmente. Il primo capitolare viene emanato da [[CarlomagnoCarlo Magno]] nel [[779]] ed anche in seguito, la maggior parte di questi atti prodotti dalla sua corte, vengono destinati a monasteri e chiese episcopali a conferma del possesso di beni ed [[immunità]] (esenzioni fiscali e dalla giurisdizione pubblica ordinaria); sono ancora rari i casi in cui essi sono rivolti verso singole persone o verso comunità cittadine.
Benché meno sistematici, di taglio occasionale e più tecnici e ripetitivi rispetto ai diplomi [[longobardi]], è comunque interessante notare come i capitolari carolingi recepiscano ed intervengano sulle inadempienze ed oppressioni perpetrate dai ceti superiori sugli uomini liberi di condizione inferiore, che denunciano così gli abusi di vescovi, abati, conti e funzionari di vario titolo; si trovano però anche le proteste dei vescovi verso conti e [[marchesi]], accusati di invadere le terre ecclesiastiche e di vessarne i residenti.
Il documento più famoso resta comunque il [[capitolare di Quierzy]], emanato da [[Carlo il Calvo]] relativamente al passaggio ereditario delle cariche feudali maggiori.