Stefano II di Napoli: differenze tra le versioni

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Divenne, su mandato del patriziato siciliano, il leader dell'aristocrazia locale ed alla fine del suo regno, grazie ad una rottura pressoché definitiva con l'[[Impero Bizantino]], [[Napoli]] si rese praticamente indipendente, pur attraversando un periodo di crisi almeno sino all'elezione di [[Sergio I di Napoli|Sergio I]] nell'[[840]].
 
Fu, signore assoluto della città e fautore della riaffermazione della lingua e della cultura latina, sottratta così all'influenza bizantina e fu il fautore della scomparsa dalla [[moneta]] cittadina dell'effigie dell'imperatore, sostituita con quella di [[San Gennaro]].
 
Nei suoi primi anni di regno, Stefano mostrò comunque una sorta di deferenza almeno formale verso l'imperatore, come ad esempio in occasione della nomina del vescovo Paolo II ([[761]]) al quale il duca vietò di recarsi a [[Roma]] per essere consacrato dal [[papa Paolo I]]; in tale occasione il presule, allontanatosi comunque da Napoli, fu respinto al suo ritorno in città e relegato nella [[Chiesa di San Gennaro Extra Moenia]].