Realismo (letteratura): differenze tra le versioni

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===Il realismo ottocentesco e la ricerca della verosimiglianza===
 
Tutta la letteratura dell'Ottocento, ha scritto [[David Herbert Lawrence]], ha come motivo principale una concezione che si può definire sentimentale democratica, da [[Nathaniel Hawthorne|Hawthorne]] a [[Charles Dickens|Dickens]], da [[Gustave Flaubert|Flaubert]] a [[Honoré de Balzac|Balzac]]. «Mi pare che fin dal 1860, o forse già dal 1830, gli italiani abbiano sempre preso a prestito i loro ideali di democrazia dai Paesi nordici, riversandovi grandi dosi di sentimento, senza però venirne mai conquistati nel profondo». Inoltre v'è da aggiungere che la difficoltà generale del realismo «consiste nel fatto che l'autore,allorché si tratti di una personalità veramente eccezionale come potrebbe essere un Verga o un Flaubert, cerca di leggere il proprio senso della tragedia in personaggi molto inferiori a lui. Io credo che si un motivo decisivo di critica a carico di ''Madame Bovary'' il fatto che personaggi come Emma Bovary e suo marito Charles sono semplicemente troppo insignificanti per sopportare tutto il peso del senso tragico di Gustave Flaubert».<ref>David Herbert Lawrence, ''Phoenix'', London, Heinermann 1936, 1936paggpagg. 225 e segg., Traduzione di Corona Borchardt (Sansoni 1964).</ref>
 
Il bisogno di raccontare, ispirandosi al mondo reale, ha avuto un riflesso sulle tecniche narrative. Dapprima gli scrittori fecero ricorso a quel procedimento, ereditato dai poemi epici, dai romanzi e dalle novelle dell'antichità classica e medievale, che la moderna [[narratologia]] ha denominato "focalizzazione zero". In particolare, nella narrativa ottocentesca a impostazione realistica il narratore "onnisciente" ha in genere la funzione di raccontare una storia avvincente, inventata ma allo stesso tempo verosimile, tale cioè da riflettere su modi, personaggi ed eventi che possono trovare riscontro con la realtà. L'adozione del narratore onnisciente è inoltre congeniale all'intento pedagogico di molti autori realisti ottocenteschi, quali [[Lev Tolstoj]], [[Honoré de Balzac]], [[Charles Dickens]], [[Benito Pérez Galdós]]. [[Gustave Flaubert]] diede vita, con [[Madame Bovary]] (1857), a un nuovo modo di scrivere e di concepire l'arte, sia per il carattere antiromantico sia per l'oggettività con cui veniva indagata la psicologia dei personaggi. Questo tipo di narratore, infatti, non impegna il lettore in uno sforzo di comprensione di ciò che gli viene narrato ma, anzi, gli rende agevole la lettura, lo guida nella corretta interpretazione della storia (che raramente presenta margini di ambiguità), gli presenta i personaggi, gli svela i retroscena di taluni fatti grazie alla tecnica dell'[[analessi]] (flashback), o gliene anticipa i futuri sviluppi tramite la [[prolessi]] (anticipazione).