Enzo Bonagura: differenze tra le versioni

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La sua militanza cessò nel 1924, dopo il [[Giacomo Matteotti|delitto Matteotti]], per poi riprendere, con la stessa carica, dal 1929 al 1936. Già dagli [[anni 1920|anni venti]] aveva cominciato a dedicarsi alla poesia, componendo le sue prime canzoni, in lingua italiana: ''L'amante mia'' (1921), ''Salotto'' (1921) e ''Via-vai'' ([[1923]]). Nel 1936 ottenne successo con i versi di ''Sartina'', molto apprezzati dalla [[Editrice Napoletana]], che affidò il brano di Bonagura a [[Gennaro Pasquariello]].
 
Negli [[anni 1930|anni trenta]] Bonagura compose alcuni dei suoi capolavori: ''Brava gente'' (1934), ''Roselline'' (1935, scritta con [[Giuseppe Anepeta]]) e ''Vecchia ringhiera'' (1936). Poco più tardi il poeta sposò Carmelita Barontini, originaria di [[Macerata]]. In quella città visse per un certo tempo con la moglie, che gli diede tre figli: Stefano, Luca e Maria Cristina. Nonostante il dramma della morte del figlio, Bonagura continuò a scrivere e a musicare, ottenendo un grandissimo successo soprattutto con ''Acquarello napoletano'' (1947, scritta insieme al maestro [[Lino Benedetto|Benedetto]]) e ''Scalinatella'' (1948). Nel 1954 compose, con [[Renato Carosone]], la celeberrima ''[[Maruzzella (brano musicale)|Maruzzella]]'', la canzone che lo consacrò alla storia della musica napoletana. Due anni dopo partecipo' al Festival della Canzone Abruzzese-Molisana di Vasti con ''Mbrelline de sammuche'' su versi del poeta abruzzese [[Vittorio Clemente]]. Nel 1957 scrisse invece ''Il pericolo numero uno'', interpretata da [[Claudio Villa]] al [[Festival di Sanremo 1957|settimo Festival di Sanremo]].
 
Il suo ultimo grande successo fu ''Cerasella'' (1959), scritta con [[Danpa]] e [[Eros Sciorilli|Sciorilli]].