La fiaccola sotto il moggio: differenze tra le versioni

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Il dramma tratta gli ultimi istanti di reggenza della famiglia dei [[Di Sangro]] al [[Castello normanno (Anversa degli Abruzzi)|castello normanno]] di Anversa degli Abruzzi ed è ambientato nel terzo decennio dell'Ottocento, sotto il regno di Ferdinando I di Borbone.
 
Il conte Tibaldo de Sangro è caduto in perdizione, ripudiando la moglie legittima Monica e la figlia Gigliola, e progetta di sposare la matrigna [[Angizia]].
 
[[Angizia]] detta "la femmina di Luco", è una crudele e astuta fattucchiera, arrivista e incantatrice di serpenti, che conosce il potere dei veleni, usati per i suoi piani di lenta sgretolazione del tessuto familiare dei de Sangro, per sposare Tibaldo e uccidere Monica. D'Annunzio per il nome di [[Angizia]] fa riferimento alla leggenda comune che [[Angizia]] fosse la dea protettrice degli antichi popoli dei [[Marsi]], esperta conoscitrice del veleni delle serpi, il cui santuario era a [[Luco dei Marsi]].
 
 
La storia porta Gigliola al sacrificio. I personaggi del castello sono affetti da vari morbi più o meno gravi: Simonetto fratello di Gigliola è [[emofilia]]co, Tibaldo è affetto da un tremore, Bertrando suo fratello e zio di Gigliola, è moralmente corrotto e cerca di contendersi con Tibaldo la lussuria di [[Angizia]].
 
Quando Gigliola, diseredata e scacciata dal padre, non potendo più sopportare l'affronto di vedere la madre impazzita dal dolore, rinchiusa nelle stanze del castello, vede arrivare un cencioso ciarallo ossia "incantatore di serpenti", da [[Cocullo]] (paese devoto a San Domenico e ai serpenti nella tradizione abruzzese), il quale le rivela di essere il padre di [[Angizia]] e di come si possono usare i veleni del serpenti, sicché Gigliola progetta di uccidere [[Angizia]] e di sua volta di usare il morso del serpente per sacrificarsi.
 
Tuttavia Gigliola scopre che il padre Tibaldo si è ravveduto dopo l'omicidio della consorte Monica, e ha ucciso in un accesso d'ira Angizia, affinché Gigliola, nella sua purezza, non si macchi della colpa del delitto.