Ministro senza portafoglio della Repubblica Italiana: differenze tra le versioni

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Nell'ordinamento italiano i ministri senza portafoglio non trovano alcun riconoscimento nella Costituzione, che menziona espressamente solo i Ministri a capo di un dicastero. Tuttavia, si tratta di una figura tradizionalmente ammessa in via di prassi. Alcuni studiosi hanno dubitato, soprattutto in passato, della legittimità costituzionale dei Ministri senza portafoglio, così come dei [[Ministri ad interim]]. Pur essendo vero che l'istituto non figura in Costituzione, da ciò non può tuttavia dedursi che essa ne faccia espresso divieto. A conferma di ciò sta il fatto che anche durante i lavori preparatori della Costituzione la prassi di tali nomine era già stata introdotta. Alcuni autori ritengono, comunque, che, viste le circostanze, la nomina di Ministri senza portafoglio debba restare un qualcosa di eccezionale<ref>Cfr. F. Cuocolo, ''Il Governo nel vigente ordinamento italiano'', Milano, Giuffrè, 1959, p. 201.</ref>.
 
All'atto della costituzione del nuovo governo, possono essere nominati Ministri senza portafoglio, contestualmente alla nomina degli altri ministri, con [[decreto del presidente della Repubblica]], su proposta del [[Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana|Presidente del Consiglio dei ministri]]. Nel decreto, tuttavia, non occorre specificare le loro deleghe, che possono essere definitidefinite in un momento successivo. Il ministro senza portafoglio, come tutti gli altri Ministri, presta giuramento nelle mani del [[Presidente della Repubblica]].
 
Ai sensi dell'art. 9 della Legge 400/1988 sulla disciplina dell'attività di Governo e dell'ordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri, i Ministri senza portafoglio svolgono le funzioni a loro delegate dal Presidente del Consiglio, sentito il Consiglio dei Ministri, e rese pubbliche mediante pubblicazione del provvedimento in [[Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana|Gazzetta Ufficiale]]. Sono incardinati presso la [[Presidenza del Consiglio dei ministri]], e possono essere delegati alla responsabilità di un [[Dipartimento governativo|dipartimento]] della Presidenza del Consiglio.
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Esempi di Ministri senza portafoglio con deleghe sono il [[Dipartimento per le politiche europee|Ministro per gli affari europei]] o il [[Dipartimento per i rapporti con il Parlamento|Ministro per i rapporti con il Parlamento]], quello agli Affari regionali o quello alla Transizione digitale. La prassi ha fatto sì che, talvolta, si sia proceduto alla nomina di un Ministro senza portafoglio, con attribuzione di funzioni tramite legge, e non tramite atto governativo.
 
==Note==
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