Guido Cavalcanti: differenze tra le versioni

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== La personalità ==
La sua personalità, aristocraticamente sdegnosa, emerge dal ricordo che ne hanno lasciato gli scrittori contemporanei: dai cronisti [[Dino Compagni]] e [[Giovanni Villani]] a novellieri come [[Giovanni Boccaccio]] e [[Franco Sacchetti]]. Si legga il ritratto di Dino Compagni: {{citazione|Un giovane gentile, figlio di messer Cavalcante Cavalcanti, nobile cavaliere, cortese e ardito ma sdegnoso e solitario e intento allo studio}}
Nella [[Nova Cronica|''Cronaca'']] [[Giovanni Villani]], invece, fa prima di tutto riferimento al suo valore in quanto filosofo (non tenendo in considerazione l'''ἦϑος''ethos cavalleresco cavalcantiano), successivamente lo definisce "troppo stizzoso" poiché iracondo e rancoroso ed in ultimo gli attribuisce per primo la qualifica di "poeta".
 
La sua personalità è paragonabile a quella di Dante, con due importanti distinzioni: