Io sono leggenda (film): differenze tra le versioni

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La sua unica compagnia è il cane della figlia, Sam (Samantha), e alcuni manichini con cui intrattiene quotidianamente conversazioni; passa inoltre ore a guardare [[DVD]] e programmi televisivi registrati (in uno di essi, un telegiornale registrato alla televisione, è possibile riconoscere sullo sfondo dei due telegiornalisti [[piazza San Carlo]] a [[Torino]]; si tratta di un collegamento realizzato durante le [[XX_Olimpiadi_Invernali|Olimpiadi Invernali tenutesi nel capoluogo piemontese]]), e attende che qualcuno risponda al suo continuo messaggio radio che invita ogni sopravvissuto a raggiungerlo. Durante i suoi esperimenti i test su un ratto di laboratorio si rivelano abbastanza promettenti da spingerlo a procedere con i test sugli infetti; individuata una loro colonia, intrappola e cattura una di loro, ma l'esperimento fallisce e la donna sembra morire. Il giorno dopo durante il suo consueto giro della città Robert trova uno dei suoi manichini in mezzo alla strada; avvicinatosi, cade in una trappola evidentemente preparata dagli infetti, e viene attaccato da tre cani infetti, che feriscono Sam e la contagiano, costringendo Robert a [[Eutanasia|sopprimerla]]; La notte successiva parte in una specie di missione suicida per uccidere il maggior numero di infetti e solo l'arrivo di due umani sopravvissuti lo salva dall'assalto.
 
Il gruppo si ritira in casa di Robert, dove Anna ([[Alice Braga]]) gli spiega che Dio ha fatto in modo che lo salvasse e le ha detto di mettersi in viaggio per una colonia di sopravvissuti nel [[Vermont]]. Anna racconta a Robert la propria avventura, spiegandogli che durante lo scoppio dell'epidemia, lei ed altri sopravvissuti si trovavano a bordo di una nave ospedale della Croce Rossa al largo di San Paolo del Brasile. Durante il viaggio molti sono morti dopo esser stati infettati ed alcuni sono stati uccisi dagli infetti. Lei e il bambino sono gli unici sopravvissuti. Fra lei e Robert, che ha visto morire tutti coloro a cui teneva e non ha più fede, scoppia un litigio, interrotto dall'assalto degli infetti, che li avevano seguiti. Il trio è costretto a rifugiarsi nel laboratorio, dove Robert scopre che la cura ha in effetti funzionato; preleva dalla donna appena guarita una fiala di sangue e la consegna ad Anna, affinché possa salvare l'umanità. Per permettere agli altri di fuggire, l'ufficiale si sacrifica facendosi esplodere con gli infetti.
 
La pellicola termina con la narrazione di Anna che spiega come, raggiunta la colonia di sopravvissuti nel Vermont, la cura abbia potuto essere usata per liberare il mondo della piaga e permettere all'umanità di ricominciare; la storia di Robert Neville, raccontata da Anna e documentata sulle registrazioni video dei suoi esperimenti, creerà la sua leggenda.