Sebastiano (generale romano): differenze tra le versioni

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== Biografia ==
Sebastiano era ''[[duce (storia romana)|dux]] [[Egitto (provincia romana)|Aegypti]]'' nel [[356]]-[[358]]: in quel periodo era in corso uno scontro tra gli [[arianesimo|ariani]] e gli ortodossi, e Sebastiano si schierò dalla parte del vescovo ariano [[Gregorio di Alessandria]], costringendo i sostenitori del [[concilio di Nicea]] ad abbandonare le loro chiese. [[Sant'Atanasio di Alessandria|Atanasio di Alessandria]] affermò di essere stato più volte maltrattato da Sebastiano, che accusava di avere simpatie per il [[Manicheismo]].<ref>Samuel N. C. Lieu, ''Manichaeism in the Later Roman Empire and Medieval China'', Mohr Siebeck, 1992, ISBN 3161458206, p. 127.</ref>
Sebastiano aveva già ricoperto il ruolo di ''[[duce (storia romana)|dux]] [[Egitto (provincia romana)|Aegypti]]'', quando prese parte come ''[[comes]]'' alla campagna contro i [[Sasanidi]] dell'imperatore [[Giuliano (imperatore romano)|Giuliano]] (estate [[363]]). A [[Carre]] l'imperatore affidò a Sebastiano e a [[Procopio (usurpatore)|Procopio]] il comando di un contingente, con l'ordine di dirigersi in [[Regno d'Armenia|Armenia]], unirsi al re [[Arsace]], e ricongiungersi con Giuliano in [[Assiria]].<ref>Zosimo (iii.12.5) parla di 18.000 uomini, Ammiano Marcellino (xxiii.3.5) di 3.000, [[Libanio]] (18.214) di 20.000.</ref> Giuliano morì prima del loro incontro, e quando Sebastiano e Procopio arrivarono a [[Tilsafata]], tra [[Nisibis|Nisibi]] e [[Sinjar|Singara]], l'esercito aveva già scelto [[Gioviano]] come nuovo ''[[augusto (titolo)|augusto]]''. L'oratore [[Libanio]] suggerisce che l'arrivo dei rinforzi fu ostacolato dalla rivalità tra Sebastiano e Procopio,<ref>Libanio, ''Orazioni'', 18.260.</ref> ma secondo gli studiosi moderni la ragione fu la presenza dell'esercito del re sasanide [[Sapore II]] nell'area del [[Tigri]].<ref>Den Boeft, Jan, ''Philological and Historical Commentary on Ammianus Marcellinus XXIV'', BRILL, 2002, ISBN 9004123350, pp. 221-222.</ref>
 
SebastianoPrese avevapoi già ricoperto il ruolo di ''[[duce (storia romana)|dux]] [[Egitto (provincia romana)|Aegypti]]''parte, quando prese parte come ''[[comes]]'', alla campagna contro i [[Sasanidi]] dell'imperatore [[Giuliano (imperatore romano)|Giuliano]] (estate [[363]]). A [[Carre]] l'imperatore affidò a Sebastiano e a [[Procopio (usurpatore)|Procopio]] il comando di un contingente, con l'ordine di dirigersi in [[Regno d'Armenia|Armenia]], unirsi al re [[Arsace]], e ricongiungersi con Giuliano in [[Assiria]].<ref>Zosimo (iii.12.5) parla di 18.000 uomini, Ammiano Marcellino (xxiii.3.5) di 3.000, [[Libanio]] (18.214) di 20.000.</ref> Giuliano morì prima del loro incontro, e quando Sebastiano e Procopio arrivarono a [[Tilsafata]], tra [[Nisibis|Nisibi]] e [[Sinjar|Singara]], l'esercito aveva già scelto [[Gioviano]] come nuovo ''[[augusto (titolo)|augusto]]''. L'oratore [[Libanio]] suggerisce che l'arrivo dei rinforzi fu ostacolato dalla rivalità tra Sebastiano e Procopio,<ref>Libanio, ''Orazioni'', 18.260.</ref> ma secondo gli studiosi moderni la ragione fu la presenza dell'esercito del re sasanide [[Sapore II]] nell'area del [[Tigri]].<ref>Den Boeft, Jan, ''Philological and Historical Commentary on Ammianus Marcellinus XXIV'', BRILL, 2002, ISBN 9004123350, pp. 221-222.</ref>
In seguito Sebastiano entrò nella corte dell'imperatore d'Occidente [[Graziano]], per poi lasciarla nel 378 a causa degli intrighi degli [[eunuco|eunuchi]]. L'imperatore d'Oriente [[Flavio Valente|Valente]], che si trovava a dover affrontare l'invasione dei [[Goti]] di [[Fritigerno]] con delle truppe inaffidabili, chiamò Sebastiano per occuparsi dell'organizzazione dell'esercito, nominandolo ''magister peditum''. Sebastiano scelse allora duemila soldati, che addestrò e comandò personalmente. Si avvicinò alle città prese dai barbari, tenendo sempre l'esercito al sicuro da attacchi improvvisi; quando i barbari tentavano delle sortite per procurarsi il cibo, Sebastiano li sorprendeva massacrandoli; neanche quelli che ritornavano carichi di bottino dalle incursioni scampavano, così come venivano uccisi quelli che venivano trovati ubriachi e si lavavano nel fiume Ebro (moderno [[Marica (fiume)|Marica]], [[Bulgaria]]).<ref>Zosimo, iv.22.4, iv.23.1-4.</ref>
 
Era così popolare presso i soldati che, quando l'imperatore [[Valentiniano I]] morì, nel [[375]], si temette che Sebastiano venisse proclamato imperatore dall'esercito.<ref>Ammiano Marcellino, xxx.10.3.</ref>
 
In seguito Sebastiano entrò nella corte dell'imperatore d'Occidente [[Graziano]], per poi lasciarla nel 378 a causa degli intrighi degli [[eunuco|eunuchi]]. L'imperatore d'Oriente [[Flavio Valente (imperatore)|Valente]], che si trovava a dover affrontare l'invasione dei [[Goti]] di [[Fritigerno]] con delle truppe inaffidabili, chiamò Sebastiano per occuparsi dell'organizzazione dell'esercito, nominandolo ''magister peditum''. Sebastiano scelse allora duemila soldati, che addestrò e comandò personalmente. Si avvicinò alle città prese dai barbari, tenendo sempre l'esercito al sicuro da attacchi improvvisi; quando i barbari tentavano delle sortite per procurarsi il cibo, Sebastiano li sorprendeva massacrandoli; neanche quelli che ritornavano carichi di bottino dalle incursioni scampavano, così come venivano uccisi quelli che venivano trovati ubriachi e si lavavano nel fiume Ebro (moderno [[Marica (fiume)|Marica]], [[Bulgaria]]).<ref>Zosimo, iv.22.4, iv.23.1-4.</ref>
 
I successi di Sebastiano obbligarono i barbari a rintanarsi nelle città, ma causarono anche l'invidia dei funzionari della corte imperiale; lo stesso Valente, probabilmente, dubitò della fedeltà di Sebastiano. Valente decise allora di affrontare in campo aperto i Goti; non è chiaro se Sebastiano gli avesse consigliato di aspettare i rinforzi di Graziano, come dice lo storico [[Zosimo (storico)|Zosimo]],<ref>Zosimo, iv.23.6.</ref> o al contrario di attaccare, come racconta [[Ammiano Marcellino]] contrapponendolo al ''magister equitum'' [[Vittore (generale romano)|Vittore]].<ref>Ammiano Marcellino, xxxi.12.5.</ref> Fatto sta che Valente scelse di attaccare i Goti e venne sconfitto e ucciso nella [[Battaglia di Adrianopoli (378)|Battaglia di Adrianopoli]], il [[9 agosto]] [[378]]; in questo scontro trovò la morte anche Sebastiano.