Martín de Murúa: differenze tra le versioni

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Nella stesura della sua opera Murúa si servì abbondantemente degli scritti di altri autori, alcuni dei quali non sono pervenuti a noi.
 
Sicuramente usò alcune opere di [[Polo de Ondegardo]] e la storia degli Inca di [[CristòbalCristóbal de Molina el cuzqueño|Molina]] andata perduta. In particolare ad esempio sui [[quipu]], le sue considerazioni sono talmente uguali a quelle di Román y Zamora (''Republicás de Indias'') o a quelle di [[Bartolomé de Las Casas|Las Casas]] (''Apologética''), da sembrare copiate. Un altro autore da cui Morúa attinse copiosamente fu Diego Fernandez el Palentino (''Segunda parte de la istoria del Perú'') i cui capitoli su alcuni regnanti del Perù sono quasi integralmente trascritti nella Historia di Morúa.
 
Un caso particolare assume la somiglianza strutturale dell’opera di Morúa con la ''Nueva córonica y buen gobierno'' di [[Guaman Poma de Ayala]]. La questione era già sorta durante la vita dei due protagonisti perché Guaman Poma aveva accusato il religioso di aver copiato il suo lavoro. Sembra però che la inimicizia dello scrittore indigeno fosse determinata da un intervento di Morúa che gli aveva sottratto una donna. Su questo episodio si è imbastita una polemica tra gli studiosi moderni, ma non è dato di sapere se il Padre Mercedario avesse interrotto una situazione di concubinato dell’indigeno o se si fosse comportato in modo poco edificante per i suoi voti. I due autori comunque si conobbero ed ebbero sicuramente modo di confrontare le loro conoscenze sulla storia incaica, probabilmente attingendo ciascuno ai dati dell’altro.