Valletta (spettacolo): differenze tra le versioni

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Con la parola '''valletto''', termine ormai in disuso, si identificava la figura del servitore, altrimenti detto ''paggio'' o ''garzone'' o ''scudiero'' o, più modernamente, ''attendente'', di un nobile o di un militare di alto rango.
Il termine deriva dal [[lingua francese|francese]] ''valet'', abbreviazione di ''vasselet'' che a sua volta deriva dal [[lingua latina|latino]] medioevale ''vassallus''. Nel [[Secolo XX|ventesimo secolo]] la parola valletto indicava tradizionalmente l'inserviente, per lo più in divisa, che negli alberghi è addetto all'ascensore, all'autorimessa o al trasporto dei bagagli ai piani.
 
Nel linguaggio televisivo e, più in generale nello spettacolo, la parola è correntemente usata al femminile ('''valletta''') per indicare il ruolo di assistente del conduttore di unaun trasmissionegioco televisivaa premi, di un varietà o di un qualsiasi evento spettacolare (festival, concorso di bellezza, gara sportiva).
Nel [[Secolo XX|ventesimo secolo]] la parola valletto indicava tradizionalmente l'inserviente, per lo più in divisa, che negli alberghi è addetto all'ascensore, all'autorimessa o al trasporto dei bagagli ai piani.
 
Il ruolo di valletta è svolto di solito da donne di bella presenza ma non necessariamente dotate di particolari qualità sceniche o di talento nella recitazione, nel canto o nel ballo. Per questo motivo non è corretto usare il termine ''valletta'' comenon può essere sinonimo di ''[[soubrette]]'' o di ''[[showgirl]]'', in quanto questi due termini prevedono la capacità di intrattenere il pubblico con numeri di canto, di ballo, di recitazione e a volte anche di vera e propria conduzione e animazione dello spettacolo.
Nel linguaggio televisivo e, più in generale nello spettacolo, la parola è correntemente usata al femminile ('''valletta''') per indicare il ruolo di assistente del conduttore di una trasmissione televisiva.
 
Impossibile delineare la figura dellaLa valletta televisivain italianaItalia senzanasce ricordarecon le trasmissioni a quiz, la prima e la più celebre delle quali fu, negli [[anni 1950|anni '50]], ''[[Lascia o raddoppia]]'' condotta da [[Mike Bongiorno]]. [[Edy Campagnoli]] (che per la cronaca non è stata la prima ad affiancare il presentatore, ma è subentrata a una [[Maria Giovannini]] non passata alla storia) è stata per molti anni il prototipo di valletta televisiva: aggraziata ed elegante ma assolutamente priva di smanie di protagonismo, dopo l'annuncio iniziale si limitava ad accogliere i concorrenti del gioco e a porgere le cartelle e le buste contenenti le domande, spesso senza parlare per tutta la durata della trasmissione.
Il ruolo di valletta è svolto di solito da donne di bella presenza ma non necessariamente dotate di particolari qualità sceniche o di talento nella recitazione, nel canto o nel ballo. Per questo motivo non è corretto usare il termine ''valletta'' come sinonimo di ''[[soubrette]]'' o di ''[[showgirl]]'', in quanto questi due termini prevedono la capacità di intrattenere il pubblico con numeri di canto, di ballo, di recitazione e a volte anche di vera e propria conduzione e animazione dello spettacolo.
 
Quasi vent'anni dopo, arriva la svolta con ''[[Rischiatutto]]'',. laLa presenza di una valletta finalmente "parlante", studentessa universitaria, che oltre a saperessere autorizzata a dialogare con i concorrenti e sostenere undei discorsodiscorsi, sarà addirittura incaricata di controllare il lavoro del conduttore, correggendone ove necessario gli errori e segnalandogli le eventuali distrazioni, verrà considerata dalla stampa una svolta obbligata: con la progressiva affermazione del concetto delle pari opportunità fra i sessi, infatti, la figura della valletta, muta e sempre subordinata al conduttore, aveva cominciato ad essere contestata e ad essere considerataritenuta umiliante per la donna anche se, con l'andare del tempo, alle mansioni tradizionalmente attribuitele ne erano state talvolta aggiunte altre al fine di dare maggiore completezza e dignità al personaggio.
Impossibile delineare la figura della valletta televisiva italiana senza ricordare le trasmissioni a quiz, la prima e la più celebre delle quali fu, negli [[anni 1950|anni '50]], ''[[Lascia o raddoppia]]'' condotta da [[Mike Bongiorno]]. [[Edy Campagnoli]] (che per la cronaca non è stata la prima, ma è subentrata a una [[Maria Giovannini]] non passata alla storia) è stata per molti anni il prototipo di valletta televisiva: aggraziata ed elegante ma assolutamente priva di smanie di protagonismo, dopo l'annuncio iniziale si limitava ad accogliere i concorrenti del gioco e a porgere le cartelle e le buste contenenti le domande, spesso senza parlare per tutta la durata della trasmissione.
 
Negli [[anni 1980|anni '80]] la televisione sarà finalmente in grado di ironizzare su se stessa e quindi anche sul ruolo della valletta. Significative a questo proposito le intuizioni di [[Renzo Arbore]], che nello spettacolo ''[[Tagli, ritagli e frattaglie]]'' capovolge i ruoli proponendo una figura di valletta carica di casereccio erotismo che è in realtà essa stessa la "conduttrice" di un gioco di seduzione di cui i due presentatori (lo stesso Arbore e [[Luciano De Crescenzo]]) finiscono per essere vittime. Nel successivo ''[[Indietro tutta]]'', le vallette vengono con sarcasmo soprannominate ''ragazze coccodè'' e vestono letteralmente i panni di galline,. impiegateImpiegate in insulsi e grotteschi balletti che fanno da stacco tra un momentonumero e l'altro della trasmissione, prefigurandoprefigurano la rivoluzione che sarà determinata di lì a poco dalle televisioni commerciali, che da allora in poiseguito attribuiranno un nome particolare alle vallette di ogni singola trasmissione: dalle ''ragazze fast food'' del ''[[Drive inIn (trasmissioneprogramma televisivatelevisivo)|Drive in]]'' alle ''ragazze cin cin'' di ''[[Colpo Grosso]]'', dalle ''[[veline]]'' di ''[[Striscia la notizia]]'' alle ''[[letterine]]'' di ''[[Passaparola]]''.
Quasi vent'anni dopo, con ''[[Rischiatutto]]'', la presenza di una valletta finalmente "parlante", studentessa universitaria, che oltre a saper sostenere un discorso sarà addirittura incaricata di controllare il lavoro del conduttore, correggendone ove necessario gli errori e segnalandogli le eventuali distrazioni, verrà considerata dalla stampa una svolta obbligata: con la progressiva affermazione del concetto delle pari opportunità fra i sessi, infatti, la figura della valletta, muta e sempre subordinata al conduttore, aveva cominciato ad essere contestata e ad essere considerata umiliante per la donna anche se, con l'andare del tempo, alle mansioni tradizionalmente attribuitele ne erano state talvolta aggiunte altre al fine di dare maggiore completezza e dignità al personaggio.
 
Negli [[anni 1980|anni '80]] la televisione sarà finalmente in grado di ironizzare su se stessa e quindi anche sul ruolo della valletta. Significative a questo proposito le intuizioni di [[Renzo Arbore]], che nello spettacolo ''[[Tagli, ritagli e frattaglie]]'' capovolge i ruoli proponendo una figura di valletta carica di casereccio erotismo che è in realtà essa stessa la "conduttrice" di un gioco di seduzione di cui i due presentatori (lo stesso Arbore e [[Luciano De Crescenzo]]) finiscono per essere vittime. Nel successivo ''[[Indietro tutta]]'', le vallette vengono con sarcasmo soprannominate ''ragazze coccodè'' e vestono letteralmente i panni di galline, impiegate in insulsi balletti che fanno da stacco tra un momento e l'altro della trasmissione, prefigurando la rivoluzione determinata di lì a poco dalle televisioni commerciali, che da allora in poi attribuiranno un nome particolare alle vallette di ogni singola trasmissione: dalle ''ragazze fast food'' del ''[[Drive in (trasmissione televisiva)|Drive in]]'' alle ''ragazze cin cin'' di ''[[Colpo Grosso]]'', dalle ''[[veline]]'' di ''[[Striscia la notizia]]'' alle ''[[letterine]]'' di ''[[Passaparola]]''.
 
[[Categoria: televisione]]