Vita di Galileo: differenze tra le versioni

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== Note ==
 
*<cite id="fn_1-1">[[#fn_1-1_back|nota 1:]] Per quanto riguarda la (esigua) critica in lingua italiana sul Galileo di Brecht, basti qui ricordare il commento di [[Rosa Giannetta Trevico]], “Galileo” – Il cielo negato (D’Ars, [[Milano]] [[1980]]), infarcito, almeno nella parte storica, di numerose inesattezze e spesso, in quella di analisi critica, piegato ad un fine ultimo che con il personaggio brechtiano ha poco a che vedere. Ad esempio:''L’opera viene pubblicata in “Versuche 19” e in “Heft 14”.'' (pag. 7). Non bisogna essere ricercatori troppo esperti per sapere che in realtà il Galileo viene pubblicato come diciannovesimo Versuch nel quattordicesimo quaderno della serie.
 
*<cite id="fn_1-1">[[#fn_1-2_back|nota 2:]] Sotto il titolo Versuche sono usciti quindici quaderni più un Sonderheft, in un primo momento presso l’editore berlinese Kiepenheuer (dal [[1930]] al 1933), quindi, nel secondo dopo guerra (dal [[1950]] al [[1957]]), in concomitanza, presso la [[Suhrkamp]] nella Germania Ovest e presso la [[Aufbau-Verlag]] nella Germania Est (Il Sonderheft contenente l’opera teatrale Die Gewehre der Frau Carrar è uscito nel [[1953]] solo presso l’Aufbau-Verlag). Per una trattazione sistematica delle edizioni delle opere di Bertolt Brecht si rimanda all’apparato bibliografico di uno dei tanti volumi scritti sull’autore; per la Primärliteratur, ad esempio, vedi E. Schumacher, Drama und Geschichte – Leben des Galilei und andere Stücke, Henschel Verlag, Berlino [[1965]], pag. 497 ss. (da ora in poi citato come “Drama”).
 
*<cite id="fn_1-1">[[#fn_1-3_back|nota 3:]] [[Lion Feuchtwanger]], Bertolt Brecht, in: Sinn und Form – Beiträge zur Literatur, Zweites Sonderheft Bertolt Brecht, Hrsg. Deutsche Akademie der Künste, 9. Jg., Hf. 1.-3., 1957, pag. 103.
 
*<cite id="fn_1-1">[[#fn_1-4_back|nota 4:]] La ricostruzione della genesi di ogni opera brechtiana non è mai scontata, anche perché Brecht era solito, per fare un solo esempio, riutilizzare e modificare materiale già scritto, che veniva quindi caricato ogni volta di un valore diverso a seconda del contesto in cui veniva inserito. È il caso di tante poesie e canzoni dei suoi drammi (si confronti - è solo il primo esempio che mi viene in mente – Der Choral vom großen Baal o le canzoni di Aufstieg und Fall der Stadt Mahagonny).
 
*<cite id="fn_1-1">[[#fn_1-5_back|nota 5:]] Le versioni stampate del Galileo sono effettivamente tre e sono ora fruibili in un unico volume in: Bertolt Brechts Leben des Galilei – Drei Fassungen, Modelle, Anmerkungen; in: Spektakulum 65 – Sonderband zum 100. Geburtstag von Bertolt Brecht, Suhrkamp, Frankfurt a.M. [[1998]] (da ora in poi citato con la sigla “3F”). La versione che normalmente viene stampata o rappresentata in teatro è la terza, la cosiddetta “berlinese”, nata dalla rappresentazione della Berliner Ensamble nel [[1957]], a cui lo stesso Brecht non poté assistere, in quanto morì poco tempo prima. A quanto mi risulta né la cosiddetta versione “danese” (1938/39), né quella “americana” ([[1947]]), sono disponibili in traduzione italiana.
 
*<cite id="fn_1-1">[[#fn_1-6_back|nota 6:]] W. Mittenzwei, Bertolt Brecht – Von der “Maßnahme” zu “Leben des Galilei”, Aufbau-Verlag, Berlino e Weimar 1965, pag. 262.
 
*<cite id="fn_1-1">[[#fn_1-7_back|nota 7:]] Per quanto riguarda la rappresentazione di Leben des Galilei, riporto solo un breve aneddoto: secondo il resoconto di Brecht, Laughton, che recitò nel ruolo di Galileo nelle due prime rappresentazioni del dramma negli [[Stati Uniti]], si presentò sul palco per la messa in scena californiana senza barba, mentre per la rappresentazione di [[New York]] con la barba. Brecht annotò: ''Nello stesso tempo si modificano naturalmente le sembianze. Come spettatori comunicarono allo scrittore […], L.[aughton, D.S.] recito' leggermente diversamente. […] L'esperimento si puo' prendere ad esempio dello spazio che ha la liberta' di azione e che viene riposta nelle mani del singolo individuo''. (B. Brecht, Aufbau einer Rolle – Laughtons Galilei, in 3F, cit., pag. 271 s.).
 
*<cite id="fn_1-1">[[#fn_1-8_back|nota 8:]] Bertolt Brecht, Arbeitsjournal, curato da W. Hecht, Suhrkamp, Frankfurt a.M. [[1973]], pag. 41 (da ora in poi citato con la sigla “AJ”).
 
*<cite id="fn_1-1">[[#fn_1-9_back|nota 9:]] B. Brecht, Leben des Galilei, in B. Brecht, Versuche, Heft 14, Berlino ovest [[1955]], pag. 6.
 
*<cite id="fn_1-1">[[#fn_1-10_back|nota 10:]] C. Nørregaard, Zur Entstehung von Brechts “Leben des Galilei”, in Bertolt Brecht – Die Widersprüche sind die Hoffnungen – Vorträge des Internationalen Symposiums zum dreißigsten Todesjahr Bertolt Brechts in Roskilde [[1986]], curato da W. Wucherpfennig e K. Schulte, volume 26 della serie Text und Kontext, Wilhelm Fink, Kopenhagen-München [[1988]], pagg. 65-88.
 
*<cite id="fn_1-1">[[#fn_1-11_back|nota 11:]] In: E. Schumacher, Drama, cit., pag. 16. L’originale della lettera si trova in: Deutsches Zentralarchiv Potsdam, Lascito di Walter Benjamin, Cartella 23, foglio 22.
 
*<cite id="fn_1-1">[[#fn_1-12_back|nota 12:]] Cfr.: W. Zimmermann, Bertolt Brecht Leben des Galilei – Dramatik der Widersprüche, Ferdinand Schöningh, Paderborn-München-Wien-Zürich [[1985]], pag. 10.
 
*<cite id="fn_1-1">[[#fn_1-13_back|nota 13:]] C. Nørregaard, Zur Entstehung von Brechts ”Leben des Galilei”, cit., pag. 68; le lettere di Margarete Steffin a Knud Rasmussen si trovano nel Bertolt Brecht-Archiv a Berlino.
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*<cite id="fn_1-1">[[#fn_1-15_back|nota 15:]] Cfr.: C. Nørregaard, cit., pag. 68 s.
 
*<cite id="fn_1-1">[[#fn_1-16_back|nota 16:]] Fra gli altri citiamo qui: E. Wohlwill, Galilei und sein Kampf für die copernikanische Lehre, 2 vol., [[Amburgo]] e [[Lipsia]] [[1909]], [[1926]]; H. Mineur, Element de statistique mathematique applicables à l’étude de l’astronomie stellaire, [[Parigi]] 1930; J. Jeans, Die Wunderwelt der Sterne, [[Stoccarda]]-Berlino [[1934]]; A.S. Eddington, Das Weltbild der Physik und ein Versuch seiner philosophischen Bedeutung, Braunschweig [[1931]]; G. Galilei, Unterredungen und mathematische Demonstrationen über zwei neue Wissenszweige, die Mechanik und die Fallgesetze betreffend (“Discorsi”), 2 vol. Lipsia [[1890]], [[1891]] e [[F. Bacon]], Neues Organon, Berlino [[1870]].
 
*<cite id="fn_1-1">[[#fn_1-17_back|nota 17:]] Cfr.: Brecht Chronik – 1898/1956, curata da W. Hecht, Suhrkamp, Frankfurt a.M. 1998, pag. 554. (Da ora in poi citata come “Chronik”).
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*<cite id="fn_1-1">[[#fn_1-19_back|nota 19:]] Riportato in W. Hecht, Chronik, cit., pag. 342.
 
*<cite id="fn_1-1">[[#fn_1-20_back|nota 20:]] A questo proposito mi sembra di riscontrare un possibile parallelismo tra il Galileo che fa dono ai veneziani, del cannocchiale, da lui inventato, perché essi possano avvistare prima i nemici in battaglia e la frase di questo discorso:''Il fisico deve essere in grado di costruire per la [[guerra]] congegni ottici che permettano la visione in grande lontananza […]''. B. Brecht, Ausgewählte Werke in sechs Bänden, Suhrkamp, Frankfurt a.M. 1998, vol. VI, pag. 282 (da ora in poi citato con la sigla “AW” seguita dal numero romano del volume).
 
*<cite id="fn_1-1">[[#fn_1-21_back|nota 21:]] Cfr.: W. Hecht, Chronik, cit., pag. 539.