Cameralismo: differenze tra le versioni
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La formalizazione di tali norme e principi divenne Nel 1727 [[Federico
Nel corso del '700, in epoca illuministica, l'attenzione delle Scienze camerali si spostò progressivamente dalle competenze tecniche ad elaborazioni teoriche in grado di collegare concetti quali: assolutismo, bene comune, buon governo, benessere della popolazione e dar vita ad una vera e propria teoria del buon governo: il cameralismo. I cameralisti di questo periodo, come è facile intuire, non si occuparono di un settore ben definito del sapere, ma ebbero un approccio alla questione del buon governo di tipo eclettico; si occuparono di politica, di diritto amministrativo, di economia, di scienza delle finanze.▼
Il cameralismo, come il mercantilismo, crede nei benefici prodotti dall'abbondanza di metalli, nella necessità di una regolamentazione della vita economica ad opera dello Stato, nella politica doganale e nei vantaggi di una popolazione numerosa. Il cameralismo però, a differenza del mercantilismo, non focalizza la propria attenzione sulla bilancia commerciale, ma sui problemi dell'amministrazione. La ragione di ciò fu determinata essenzialmente dal fatto che lo sviluppo economico tedesco era stato diverso da quello determinatosi nei paesi in cui si svilupparono le teorie del mercantilismo; qui, a differenza che in Spagna, Inghilterra, Olanda non c'era stata una politica coloniale e di traffici commerciali con il resto del globo.▼
▲Nel corso del '700,
▲Il cameralismo, come il [[mercantilismo]],
Tra le figure di maggior spicco del cameralismo ricordiamo l'austriaco Joseph von Sonnenfels e in Italia Cesare Beccaria che ottenne nel 1769 la cattedra di Scienze camerali nelle Scuole palatine di Milano.
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