Democrazia Cristiana con Rotondi: differenze tra le versioni

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{{Nota disambigua|altri partiti con lo stesso nome|[[Democrazia Cristiana (disambigua)]]}}
{{Infobox Partito politico italiano|
nome = Democrazia Cristiana per le Autonomie|
simbolo = |
definizione = Partito politico italiano|
leader = |
segretario = [[Gianfranco Rotondi]] |
presidente = |
coordinatore = |
fondazione = [[25 giugno]] [[2005]] |
sede = Via del Pozzetto 122, Roma |
coalizione = [[Il Popolo della Libertà]] |
ideologia = [[cristianesimo democratico]], [[federalismo]], [[autonomismo]], [[regionalismo]] |
internazionale = ''nessuna'' |
partito europeo = ''nessuno'' |
gruppo europeo = ''nessuno'' |
deputati = 3 (nel [[Popolo della Libertà|PdL]]) |
senatori = 1 (nel PdL) |
europarlamentari = 0 |
organo = [http://www.ladiscussione.com La Discussione] |
sito web = [http://www.democraziacristianaperleautonomie.it democraziacristianaperleautonomie.it] |
colore = blue|
}}
'''Democrazia Cristiana per le Autonomie''' ('''DCA''') è un [[partito politico]] [[italia]]no appartenente all'area politica di [[centro (politica)|centro]], ispirato all'ideologia del [[cristianesimo democratico]] e del [[Partito Popolare Italiano (1919-1926)|popolarismo]] e [[regionalismo]] di matrice [[Luigi Sturzo|sturziana]]. Leader del partito è [[Gianfranco Rotondi]] - ex esponente di [[Democrazia Cristiana|DC]], [[Partito Popolare Italiano (1994-2002)|PPI]], [[Cristiani Democratici Uniti|CDU]] e [[Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro|UDC]] - che fonda la DCA prima come associazione politica affiliata all'UDC e poi, il [[25 giugno]] [[2005]], come soggetto politico autonomo.
 
Il partito ha aderito alla coalizione del [[centrodestra italiano]], denominata [[Casa delle Libertà]], in uno stretto rapporto di collaborazione con [[Forza Italia]] e con una certa ''freddezza'' politica con i ''cugini'' dell'UDC, e ha portato propri rappresentanti in [[Parlamento Italiano|Parlamento]] a seguito delle [[elezioni politiche italiane del 2006|elezioni politiche del 2006]]. Nel [[2008]] la DCA ha aderito al [[Popolo della Libertà]], partito politico di [[centro-destra]] del quale la DCA è membro fondatore.
 
==Storia==
===La disputa su nome e simbolo della DC===
In seguito allo scioglimento della [[Democrazia Cristiana]], avvenuto nel gennaio [[1994]], con il conseguente cambiamento di denominazione in [[Partito Popolare Italiano]] e la successiva divisione ([[1995]]) operata dai [[Cristiani Democratici Uniti]], si stabilì che, da un lato, al PPI, alleato della coalizione di [[centrosinistra]], spettasse di mantenere la denominazione di ''Partito Popolare Italiano'', e che, dall'altro, ai [[Cristiani Democratici Uniti]], alleato della coalizione di [[centrodestra]], spettasse di mantenere il simbolo dello scudo crociato con la scritta "Libertas".
 
I due partiti hanno continuato a svolgere la propria attività, con le proprie denominazioni e i propri simboli. In occasione di questa spartizione, considerato che nessuno dei due partiti era interessato alla storica denominazione di "Democrazia Cristiana", Gianfranco Rotondi (tesoriere del [[Cristiani Democratici Uniti|CDU]]) chiese ed ottenne che gli fosse attribuita.
 
Intanto, però, un gruppo di sostenitori della ex DC portò avanti l'attività di un partito che riprese la vecchia denominazione di [[Democrazia Cristiana (nuova)|Democrazia Cristiana]], guidato da [[Giuseppe Alessi]] e [[Giuseppe Pizza]], continuando a celebrare congressi nell'ordine numerale dello storico partito.
 
Nel frattempo, l'''Associazione Democrazia Cristiana'' (costituita da Gianfranco Rotondi) manifestò l'intenzione di costituirsi in partito autonomo, chiedendo anch'essa di partecipare alla contesa di nome e simbolo. Questa situazione sfociò in una sentenza del Tribunale civile di [[Roma]] ([[2005]]), la quale stabilì che nessun partito può usare contemporaneamente la denominazione "Democrazia Cristiana" e il simbolo dello Scudo Crociato (appartenenti alla storica DC della Prima Repubblica) e che il simbolo dello Scudo Crociato spetta ancora ai Cristiani Democratici Uniti, e quindi ne può usufruire l'[[Unione dei Democratici Cristiani e di Centro|UDC]] (nel quale i Cristiani Democratici Uniti confluirono successivamente). Quanto al nome "Democrazia Cristiana", fu stabilito che esso spetta a Rotondi in virtù dell'accordo del [[1995]].
 
Il [[29 dicembre]] [[2004]], Gianfranco Rotondi uscì dall'Unione dei Democratici Cristiani e di Centro per rifondare la Democrazia Cristiana.
 
Il [[25 marzo]] 2005, venne alla luce un altro [[Partito della Democrazia Cristiana]], quello di [[Angelo Sandri]], staccatosi dalla Democrazia Cristiana di Pizza dopo l'insuccesso delle [[elezioni europee del 2004]], al quale viene anche riconosciuto l'utilizzo del titolo "Democrazia Cristiana" in relazione all'attività politica dello stesso Sandri.
 
Anche per queste ragioni, in un primo momento, a Gianfranco Rotondi non venne consentito di usare in Parlamento la denominazione "Democrazia Cristiana": i suoi deputati alla [[Camera dei Deputati|Camera]], infatti, costituiscono la componente "Ecologisti Democratici" all'interno del Gruppo misto.
 
L'ultimo capitolo della vicenda è stato scritto nel [[novembre]] [[2006]], quando venne riconosciuta la DC di Pizza come soggetto politico continuatore della Democrazia Cristiana storica, che in realtà non è mai stata formalmente sciolta, in quanto l'unico soggetto titolato a compiere tale atto è il congresso, che in quell'occasione non fu convocato. Rotondi farà uso dell'unico appellativo di '''Democrazia Cristiana per le Autonomie'''.
 
===La nascita===
La DC Per le Autonomie nasce in origine come ''Associazione Democrazia Cristiana'', fondata dal deputato Gianfranco Rotondi il [[25 ottobre]] [[2004]] all'interno dell'Unione dei Democratici Cristiani e Democratici di Centro.
 
L'associazione decide di uscire fuori dal partito democratico-cristiano di [[centrodestra]], costituendosi come formazione politica autonoma il [[23 dicembre]] 2004. Una prima competizione ufficiale l'ha affrontata alle [[elezioni regionali del 2005]], ancora in fase di costituzione e soltanto in alcune regioni.
 
Il suo primo congresso costitutivo si tiene a [[Roma]] il [[25 giugno]] 2005. In quell'occasione viene deliberato di adottare l'attuale denominazione e Rotondi viene confermato segretario politico. Nominati anche [[Mauro Cutrufo]] vice segretario, [[Paolo Cirino Pomicino]] direttore politico de "La Discussione", [[Giampiero Catone]] segretario organizzativo, e [[Franco De Luca]] responsabile Enti locali.
 
===La prima assemblea nazionale===
Il primo vertice nazionale della Democrazia Cristiana per le Autonomie dopo la sua nascita si tiene a [[Roma]] nel [[novembre]] 2005: all'ordine del giorno ci sono importanti scenari da definire, soprattutto per il progressivo avvicinarsi delle elezioni politiche. Il segretario Rotondi è favorevole all'adesione alla Casa delle Libertà, ma il vertice attende a determinarsi ufficialmente in attesa di futuri risvolti.
 
Intanto il partito accoglie l'adesione di nuovi affermati esponenti, tra cui il vicepresidente della Camera, [[Publio Fiori]], che il [[12 novembre]] viene eletto presidente del partito. Fiori era un esponente di primo piano di [[Alleanza Nazionale]], in passato esponente della DC; ha lasciato il partito a [[luglio]] proprio in seguito alle svolte laiche del leader [[Gianfranco Fini]] (fra cui ebbe un peso determinante la decisione di votare 3 sì ai referendum sulla fecondazione assistita, mentre i cattolici erano per l'astensione).
 
===L'adesione alla CdL e l'approdo in Parlamento===
L'adesione ufficiale alla Casa delle Libertà arriva il [[12 gennaio]] [[2006]], dopo che il partito aveva già avviato contatti per raggiungere un accordo elettorale con il [[Nuovo PSI]] di [[Gianni De Michelis]] e presentare una lista unitaria alle [[elezioni politiche italiane del 2006|elezioni]]. I movimenti annunciano l'adesione al centrodestra in una conferenza stampa con il [[Presidente del Consiglio dei Ministri|Presidente del Consiglio]] in carica, [[Silvio Berlusconi]], leader della CdL.
 
Il nuovo soggetto punta a rappresentare una "terza identità", un ritorno alle ideologie del passato ritenute ancora valide per la politica attuale. All'indomani delle elezioni, la lista comune "DC-PSI" ottiene 285 mila alla Camera (0,7%) e 190 mila al Senato (0,6%). Grazie alle norme previste dalla legge elettorale appena introdotta, partecipa alla ripartizione dei seggi della Camera in qualità di "miglior perdente" della coalizione (è stata la lista più votata, al di sotto dello sbarramento del 2%).
 
La DCA elegge quattro deputati: due con la lista DC-PSI, ossia [[Paolo Cirino Pomicino]] (che lascia l'incarico di parlamentare europeo) e [[Massimo Nardi]]; due ospitati nelle liste di Forza Italia, [[Francesco De Luca]] e [[Giampiero Catone]]. Al Senato vengono eletti, invece, il segretario Rotondi e Mauro Cutrufo. Tra i candidati non eletti figurava anche il comico italiano [[Pippo Franco]] come capolista al Senato nella regione [[Lazio]].
 
Il partito conquista le presidenze di due gruppi parlamentari: alla [[Camera dei Deputati]], Cirino Pomicino guida il gruppo parlamentare "DCA - [[Nuovo PSI]]"; al Senato, Cutrufo presiede il gruppo "DCA - [[Partito Repubblicano Italiano|PRI]] - [[Movimento per l'Autonomia|MPA]]".
 
A [[luglio]] 2006, Publio Fiori viene espulso dal partito, accusato di aver convocato illecitamente un congresso nazionale.
 
===L'adesione al Popolo della Libertà===
La DCA intensifica i rapporti con la Casa delle Libertà e il suo leader Berlusconi, sostenendo di voler costituire l'anima moderata di un soggetto politico che si ispiri al [[Partito Popolare Europeo]]. Il [[2 dicembre]] 2006 partecipa alla manifestazione nazionale contro la Finanziaria varata dal [[Governo Prodi II|Governo Prodi]] accanto ai partiti del centrodestra, ad eccezione dell'UDC che intraprende una strada di opposizione autonoma.
 
A [[novembre]] [[2007]], fallito il tentativo di far cadere il Governo sull'approvazione della Finanziaria 2007, Berlusconi lancia il nuovo partito del [[Popolo della Libertà]], verso il quale la DCA manifesta l'intenzione di aderire. L'ingresso nella DCA nel nuovo soggetto unitario del centro-destra viene poi confermato quando, dopo la caduta del [[Governo Prodi II]] e l'istituzione di elezioni anticipate, Berlusconi accelera il processo costituente del PdL in vista della campagna elettorale. Nelle [[elezioni politiche italiane del 2008|elezioni politiche del 2008]], la coalizione [[PdL]]-[[Lega Nord|LN]]-[[MpA]] ottiene la maggioranza e la DCA entra nella maggioranza come membro del PdL, in attesa della definitiva nascita del Popolo della Libertà come partito unico.
 
Nel [[Governo Berlusconi IV]], [[Gianfranco Rotondi]] viene nominato Ministro per l'Attuazione del programma di governo.
 
==Correnti==
{{S sezione}}
Non sono ravvisabili, all'interno del partito, delle particolari correnti formalmente costituite né tendenze interne di diverso orientamento.
 
==Valori==
La DCA fonda i suoi valori sul [[cristianesimo]] democratico e sulla dottrina sociale della [[Chiesa Cattolica]].
 
==Risultati elettorali==
{{Risultati partito elezioni|
simbolo = |
partito = DC per le Autonomie|
tipo elezione = Elezioni Politiche|
elezione = [[Elezioni politiche italiane del 2006|2006]] <small>(lista DC-[[Nuovo PSI|PSI]])</small>|
parlamento = Camera<br/>Senato|
voti = 285.744<br/>190.724|
% = 0,7<br/>0,6|
seggi = 4<br/>2}}
 
==Congressi==
*Congresso costituente - [[Roma]], [[25 giugno]] [[2005]]
 
==Bibliografia==
* [[Giulio Andreotti]], ''De Gasperi e il suo tempo'', Milano, Mondadori, 1956.
* Pietro Scoppola, ''La proposta politica di De Gasperi'', Bologna, Il Mulino, 1977.
* [[Nico Perrone]], ''Il segno della DC'', Bari, Dedalo, 2002.
 
==Voci correlate==
*[[Movimenti politici che portano il nome di Democrazia Cristiana]]
 
{{Partiti politici italiani}}
[[Categoria:Partiti politici italiani (presente)]]
[[Categoria:Casa delle Libertà]]
 
[[en:Christian Democracy for the Autonomies]]
[[es:Democracia Cristiana para las Autonomías]]
[[fr:Démocratie chrétienne pour les autonomies]]
[[ja:自治によるキリスト教民主主義 (イタリア)]]
[[nl:Democrazia Cristiana per le Autonomie]]
[[no:Democrazia Cristiana per le Autonomie]]
[[pl:Chrześcijańska Demokracja dla Autonomii]]