Proplastidi: differenze tra le versioni

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{{W|biologia|gennaio 2008|firma='''[[Utente:Civvì|Civvì]]''' ¿? <small>[[Discussioni utente:Civvì|parliamone...]]</small> 13:10, 25 gen 2008 (CET)}}
I '''proplastidi''', o plastidi embrionali, sono [[plastidi]] (organuli tipici della cellula vegetale) ancora indifferenziati, presenti nel tessuto meristematico. Sono delimitati da una doppia membrana lipidica e hanno un sistema di membrane interne ancora limitato. Con la differenziazione del tessuto meristematico in tessuto adulto si ha anche la differenziazione dei proplastidi.
I '''proplastidi''' sono cellule ancora indifferenziate del tessuto meristematico.
 
Sono delimitati da una doppia membrana e hanno un sistema di membrane interne alquanto limitato. Con la differenziazione del tessuto meristematico in tessuto adulto si ha anche la differenziazione dei proplastidi che diventeranno, nelle parti verdi della pianta, dei plastidi con la funzione di svolgere la fotosintesi, cioè dei cloroplasti; negli organi di riserva, tipo radici, semi ecc..,dei plastidi di riserva, cioè dei leucoplasti, detti anche amiloplasti.
Negli organi esposti alla luce, come le foglie, i proplastidi vengono indotti a differenziarsi in cloroplasti per poter svolgere la fotosintesi.
Il terzo tipo di plastidio è costituito dai cromoplasi, che spesso sono la forma invecchiata di uno dei due tipi di plastidi sopradescritti, ma che possono differenziarsi anche direttamente dai proplastidi, come avviene ad esempio nelle carote.
 
Ciò che maggiormente influenza la differenziazione del proplastidio è la presenza o l'assenza di luce. La luce induce la formazione di cloroplasti, il buio dei leucoplasti.
Negli organi di riserva come le radici o semi, si differenziano plastidi di riserva, chiamati leucoplasti. Questi leucoplasti si distinguono in:
amiloplasti, per la riserva di amido secondario;
elaioplasti, riserva di lipidi, possono contenere una gocciolina d'olio;
proteoplasti, accumulo di proteine, presenti soprattutto nei semi per nutrire l'embrione;
 
Il terzo tipo di plastidio è il [[cromoplasto]], che può derivare direttamente da un proplastidio, come avviene per esempio nelle carote, oppure essere la fase senescente dei cloroplasti.
 
Ciò che maggiormente influenza la differenziazione del proplastidio è la presenza o l'assenza di luce. Tale fattore è necessario ma non è l'unico. La differenziazione dei proplastidi è governata anche da fattori genetici organo-specifici e tessuto-specifici. La luce induceè essenziale per la formazione di cloroplasti, il buio dei leucoplasti.
 
Se un proplastidio si trova in un organo dove dovranno formarsi dei cloroplasti, ma non è presente la luce, si sviluppano dei plastidi particolari detti ezioplasti (le piante appaiono bianche e si dice eziolate).
Quesi particolari plastidi presentano un sistema interno di membrane, diverso dalle normali membrane dei cloroplasti. Se esposi alla luce gli ezioplasti si trasformerannosvilupperanno regolarmente in cloroplasti.
 
A seconda della loro posizione nella pianta e dalla loro esposizione alla luce o al buio, è stato osservato che i plastidi, in particolare cloroplasti e leucoplasti, possono trasformarsi l'uno nell'altro; lo stadio irreversibile è costituito dai cromoplasti che non hanno la possibilità di trasformarsi in nessun altro tipo di plastidio.