Bernardino Tomitano: differenze tra le versioni

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Riferimento bibliografico
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Nacque a Padova da una famiglia originaria di [[Feltre]]. Frequentò i corsi di [[filosofia]] e [[medicina]] all'[[Università di Padova]] e si laureò in ambedue le discipline nel [[1535]], appena diciottenne. Nel [[1539]] fu deputato dal Senato Veneto a leggere l'''Organon'' di [[Aristotele]] alla "Scuola di logica" dell'Università, incarico che conservò fino al [[1563]]. Nel periodo in cui rimase a Padova strinse amicizia, fra gli altri, con [[Pietro Bembo]], [[Jacopo Sadoleto]], [[Paolo Giovio]], [[Bernardo Navagero]], [[Girolamo Fracastoro]] e [[Aldo Manuzio]], e fece parte dell' ''Accademia degli Infiammati'', il cui proposito era scrivere "compiutamente" in [[lingua italiana]]; le discussioni all'accademia degli Infeconfi sono alla base dei ''Quattro libri de la lingua thoscana''<ref>I primi due libri sono tesi a dimostrare che la filosofia è necessaria all'oratore e al poeta. Il terzo libro ha per argomento i precetti della retorica necessari alla scrittura e all'oratoria. L'ultimo libro è dedicato alla prosa d'arte ("locutione oratoria, et de' suoi ornamenti, con la ragion de i motti, facetie et apologi").</ref>. Scrisse anche due brevi dissertazioni matematiche: il ''Moisè-Geometria'' ([[1550]]), la dimostrazione del teorema "due rette possono avvicinarsi all'infinito senza mai unirsi", intuito dal [[Mosè|profeta ebreo]] per Grazia divina, e ''Introductio Cosmographiae'', lezioni di geometria a fondamento della cosmografia [[Sistema geocentrico|tolemaica]] ([[1551]]).
 
Nel [[1554]] fu accusato dal [[Santo Uffizio|Santo Uffizio veneto]] di eresia per un'opera, divulgata a suo nome nel [[1547]] intitolata ''Espositione letterale del testo di Mattheo Evangelista'', traduzione della parafrasi di [[Erasmo da Rotterdam]] al [[Vangelo secondo Matteo]]<ref>Antonino Poppi. ''Ricerche sulla teologia e la scienza nella scuola padovana del Cinque e Seicento'', Soveria Mannelli, Rubbettino editore, 2001, ISBN 884980105X, p. 72 [http://books.google.it/books?id=TLbrX9MtZeYC&pg=PA72&lpg=PA72&dq=%22Bernardino+Tomitano%22&source=web&ots=6mOFYDbJI8&sig=-hWLm-FGnjaSaXyC7gvEPl6muhI&hl=it&sa=X&oi=book_result&resnum=10&ct=result].</ref>. Tomitano dimostrò, con due scritti<ref>''Oratione prima alli Signori de la S. Inquisitione di Venetia'', Padova 1556, e ''Oratione seconda alli Signori medesimi'', Venezia, 1557.</ref>, che quell'opera non era sua, ma edita a sua insaputa da un "nobile signore N., con cui era assai famigliare". Fu creduto e assolto, ma da allora in poi i suoi scritti divennero alquanto conformisti.
 
Nel [[1663]] non ottenne la cattedra di "ordinaria filosofia" a cui aspirava. Deluso lasciò Padova e si trasferì con la famiglia a [[Venezia]] dove esercitò con successo la professione di [[medico]]. L'opera più importante del periodo veneziano, a parte la biografia di Astorre Baglioni, furono il ''De morbo gallico'' in due libri, e il [[carme]] encomiastico ''Thetis'' in onore di [[Enrico III di Francia]] nominato anche re di [[Polonia]] ([[1573]]).