Anfiteatro romano di Aosta: differenze tra le versioni

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L'[[Arena_%28architettura%29|arena]] ellittica misurava 86 metri in direzione nord-sud e 73 in senso est-ovest. Era stata realizzata al di sotto del livello del suolo, in modo che la parte inferiore della [[cavea]] potesse addossarsi al terreno, mentre la parte superiore era appoggiata alle 60 arcate appositamente costruite e intervallate da semicolonne di [[ordine tuscanico]]. La cavea poteva ospitare circa 15.000 spettatori, quindi più della popolazione iniziale di Augusta Praetoria, stimata in circa 10.000 persone.
==Epoca di costruzione==
Non è chiaro se l'edificio sia stato costruito insieme al resto della città, fondata nel [[25 a.C.]], oppure in un'epoca successiva. Il fatto che l'anfiteatro sia inserito all'interno delle mura farebbe pensare che fosse compreso nel piano urbanistico iniziale della città, e farebbe quindi propendere per la prima ipotesi, il che ne farebbe uno degli anfiteatri più antichi costruiti dai Romani. Pare però che l'adiacente teatro sia stato costruito posteriormente alla fondazione della città, addirittura abbattendo alcune abitazioni preesistenti: la stessa cosa, quindi potrebbe valere anche per l'anfiteatro. Inoltre la tecnica del [[''bugnato'']] ''rustico'' usata per il rivestimento si è diffusa in ambiente romano solo nel [[I sec. d.C.]]
==Nel Medioevo==
Come altri edifici pubblici romani, anche l'[[anfiteatro]], il cui uso è per di più vietato dalla legislazione ispirata dal cristianesimo, cade in rovina e viene impiegato come cava di materiale per la costruzione di altri edifici. L'edificio è conosciuto con il nome di "palatium rotundum", che denota la perdita di memoria della sua originaria funzione, e la famiglia nobiliare che se ne assicura il controllo, assieme alla torre dell'angolo [[nord]]-[[est]] della cinta muraria, assume appunto il nome di "De Palacio", poi francesizzato in "Du Palais". Dell'edificio romano vengono ancora utilizzati alcuni corridoi sottostanti la cavea, indicati nei documenti medievali con il nome di "crottes" ("cantine").
 
==Il convento==
Nel [[1247]] il [[visconte]] di Aosta, Godefroy (Gotofredo, Goffredo) de Challant, fa costruire sulle rovine dell'anfiteatro un edificio atto ad ospitare alcune canonichesse di santa Caterina, profughe dal [[Vallese]]. Il nuovo edificio ingloba alcune arcate della vecchia facciata esterna dell'anfiteatro, come si può vedere ancor oggi. Oltre al convento, vengono costruiti anche una chiesa ed un campanile. La cinta del convento arriva a comprendere tutta l'area anticamente occupata dall'anfiteatro, situazione che è conservata a tutt'oggi. L'edificio viene ristrutturato ed abbellito nel [[1496]] da Francesco di Carmagna, vice-[[balivo]] di Aosta, che fa realizzare anche un pregevole affresco al di sopra del portone d'ingresso, ancor oggi in parte visibile. Nel [[1803]] il governo repubblicano insediatosi dopo il passaggio di [[Napoleone]] del [[1800]] espelle le suore di santa Caterina dal loro convento e lo destina ad usi civili. Passato il periodo napoleonico, nel [[1831]] il Vescovo di Aosta Monsignor Evasio Agodino invita le suore di san Giuseppe, provenienti da Lione, ad installarsi nel convento vuoto, ed esse vi si trovano ancor oggi.
 
==Per la visita==