Memmio Vitrasio Orfito: differenze tra le versioni

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[[Immagine:Obelisk-Lateran.jpg|thumb|L'[[Obelischi_di_Roma#Obelisco_Lateranense|Obelisco Lateranense]] di [[Roma]], eretto da Orfito per volere dell'imperatore [[Costanzo II]] nel [[Circo Massimo]] durante la sua visita nel [[357]], in occasione dei propri ''[[vicennalia]]'' (venti anni di regno), oggi eretto vicino la [[basilica di San Giovanni in Laterano]]]]
{{Bio
|Nome = Memmio Vitrasio
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Iniziò la propria carriera quando era molto giovane; fu scelto diverse volte come ambasciatore: Costanzo lo inviò in missione presso l'usurpatore [[Magnenzio]] nel [[352]]; a sua volta il [[Senato romano]] lo aveva inviato all'imperatore per riallacciare i rapporti dopo il sostegno dato all'usurpatore [[Nepoziano]]. Fu [[proconsole]] d'[[Africa (provincia romana)|Africa]] (il primo nominato da Costanzo dopo che ebbe strappato la provincia a Magnenzio) e ''[[praefectus urbi]]'' di [[Roma]] due volte: la prima volta fu dall'[[8 dicembre]] [[353]] (succedendo a [[Nerazio Cereale]]) all'estate [[355]];<ref>Anche l'anno [[356]] è stato proposto come termine del suo primo mandato, a giugno o a novembre (Lançon).</ref> la seconda volta fu dal [[13 gennaio]] [[357]] alla primavera del [[359]].
 
Durante i suoi mandati si ebbero diverse rivolte nella città di Roma. Suo genero Simmaco racconta che una sommossa avvenne durante il suo primo mandato a causa della penuria di vino, probabilmente dovuta a degli ammanchi nella ''arca vinaria'', la cassa pubblica per il vino, di cui Orfito era responsabile: Costanzo gli chiese di ripianare il debito e lo sostituì con [[Flavio Leonzio]] (355). Durante il suo secondo mandato ricevette l'imperatore Costanzo in visita all'Urbe, nel maggio [[357]], in occasione dei propri ''[[vicennalia]]'' (venti anni di regno); nell'inverno successivo curò l'erezione dell'obelisco voluto da Costanzo nel [[Circo Massimo]] (l'attuale [[Obelischi_di_Roma#Obelisco_Lateranense|Obelisco Lateranense]]). Restaurò pure il [[Tempio di Apollo Sosiano]], sempre durante la seconda prefettura.
 
Nel [[363]]/[[364]] venne accusato da un panificatore di appropriazione indebita dei fondi dell<nowiki>'</nowiki>''annona'', la cassa per l'acquisto del grano da donare al popolo: si scoprì che non aveva rifuso il denaro che aveva sottratto all'''arca vinaria'' e fu esiliato, ma l'intercessione di [[Vulcacio Rufino]] gli permise di tornare qualche anno dopo, ottenendo indietro anche le proprietà confiscategli ([[365]]/[[366]]).