Visione cieca: differenze tra le versioni

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Il fenomeno del '''blindsight''' (o della "'''visione cieca'''") consiste nella preservata capacità di localizzare uno stimolo visivo che si trovi nella parte del campo visivo colpita da [[scotoma]] e quindi cieca.
 
Questo fenomeno venne descritto per la prima volta da Poeppel, Held e Frost nel [[1973]], in un esperimento in cui vennero inviati nella zona scotomatica degli stimoli non strutturati, e fu richiesto ai pazienti, alla comparsa dello stimolo, di fare un movimento oculare verso di esso. Quello che emerse fu una significativa correlazione tra la posizione dello stimolo e la posizione degli occhi dopo la stimolazione. In un lavoro del 1986 Weiskrantz descrisse degli esperimenti in cui i pazienti riuscirono a indicare manualmente la posizione di stimoli che non percepivano consciamente, e studi successivi specificarono che l'indicazione manuale è corretta solo se al paziente è consentito muovere gli occhi nella porzione di campo in cui è presente lo stimolo.
 
La spiegazione della visione cieca si basa sulla teoria dei due sistemi visivi, secondo la quale esiste un sistema deputato alla discriminazione degli stimoli visivi (il [[sistema retino-genicolo-striato]]), mentre un secondo sistema si occupa specificamente della localizzazione spaziale di detti stimoli (il [[sistema retino-collicolo-extrastriato]]), quindi una lesione che causi scotoma (confinata alla corteccia visiva primaria, facente parte del primo sistema su descritto) lascerebbe intatto il secondo sistema e la sua funzione di localizzazione spaziale.