Console (storia medievale): differenze tra le versioni

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[[Immagine:Gubbio - palazzo dei Consoli.JPG|thumb|250px|[[Palazzo dei Consoli]] a [[Gubbio]]]]
I '''consoli''' erano [[magistrato|magistrati]], così denominati secondo l'antico uso [[Console (storia romana)|romano]], che affiancavano i Consigli (detti Arenghi, Parlamenti, Assemblee, Senati, ecc. a seconda dei luoghi) nelle amministrazioni dei [[Comune (storia)|Comuni]] nell'[[Italia]] medievale.
 
I consoli erano in numero variabile da città a città, e talvolta anche all'interno della stessa città (nel [[XII secolo]], [[Milano]] ne ebbe fra 10 e 24), e generalmente rimanevano in carica un solo anno. Nella maggior parte dei casi, provenivano dalla classe magnatizia, costituita dai cittadini più ricchi (nobili e ''popolo grasso''). Erano generalmente investiti del supremo [[potere esecutivo]], e avevano il comando militare in caso di guerra, nonché la responsabilità per l'ordine interno.
 
In taluni casi, ai consoli erano attribuite specifiche competenze: per esempio, [[Pisa]] e [[Genova]] avevano una magistratura dei ''Consoli del Mare''; a Pisa tali magistrati avevano giurisdizione in primo grado sulle cause fra padroni di navi e mercanti, e in appello su tutte le altre cause marittime e mercantili. [[Milano]] aveva invece dei ''Consoli di Giustizia'' che si occupavano di autorizzazione nei contratti in cui una delle parti era una donna o un minore, della nomina di tutori, di autenticazione di copie di documenti, dell'assistenza ai duelli. A [[Perugia]] era attivo un ''Console delle Arti'', con giurisdizione sulle corporazioni artigiane e mercantili.