Mallobaude: differenze tra le versioni

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Nel [[355]] nacque una congiura di corte contro [[Claudio Silvano]], in quanto il ''[[magister militum]]'' di Costanzo aveva fatto carriera tradendo l'usurpatore [[Magnenzio]] prima della decisiva [[battaglia di Mursa Maggiore]] (351): alcuni potenti consiglieri dell'imperatore, tra cui il [[prefetto del pretorio]] [[Gaio Ceionio Rufio Volusiano Lampadio]] e il gran ciambellano [[Eusebio (praepositus sacri cubiculi)|Eusebio]], temevano questo potente avversario, che, non avendo fatto carriera all'interno della corte, non era manovrabile, e decisero quindi di farlo cadere in disgrazia. Forgiarono dunque delle lettere false, che Silvano avrebbe mandato a degli amici informandoli della sua intenzione di rovesciare l'imperatore, e le mostrarono a Costanzo. Quando l'imperatore decise, davanti al suo consiglio, di mettere a morte Silvano e tutti coloro che erano nominati nelle lettere, solo il giovane tribuno Mallobaude tentò di difendere Silvano. Silvano decise di prendere la porpora, ma fu sconfitto; Mallobaude tornò alle sue terre, un evento unico più che raro per un generale romano di etnia barbara.
 
La carriera di Mallobaude riprese sotto l'imperatore [[Valentiniano I]] e continuò sotto il suo successore [[Graziano]]. Nel maggio [[378]] era ''[[comes domesticorum]]'' ("comandante della guardia imperiale") in [[Gallia]], in effetti secondo nella gerarchia dell'[[esercito romano]], nonché ''rex Francorum'' ("re dei Franchi"), quando comandò l'esercito, assieme a [[Naniemo]] ma sotto il comando nominale di Graziano, nella vittoriosa [[Battagliabattaglia di Argentovaria]], in cui i [[Lenziensi]] vennero definitivamente sconfitti. Nello stesso anno sconfisse pure il re degli [[Alemanni]], [[Macriano (capo alemanno)|Macriano]], uccidendolo.
 
== Bibliografia ==