Sutra del Loto: IV capitolo: differenze tra le versioni

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Oltre a Shariputra anche gli altri ''[[sravaka]]'', Mahakatyayana, Mahakashyapa e Mahamaudgalyayana gioiscono perché comprendono che pur avendo realizzato il ''[[Nirvana (religione)|nirvana]]'' degli ''[[arhat]]'' possono proseguire fino alla realizzazione dell' ''anuttara-samyak-sambodhi'', il "risveglio" profondo e completo. Per spiegare al [[Buddha]] la loro felicità, raccontano anch'essi una parabola che possiede delle somiglianze con la parabola del "Figliol prodigo" contenuta nel ''[[Vangelo]]'' dei [[cristiani]]. Tale parabola narra di un figlio che ha abbandanto in gioventù il padre, vivendo sempre più in uno stato di indigenza. Passati decenni, casualmente ritorna alle sue terre di origine. Nel frattempo, il padre, lo aveva inutilmente cercato poiché essendo ricco era desideroso di trasferirgli i suoi immensi patrimoni. Nel suo peregrinare, il figlio giunge di fronte al maestoso palazzo paterno e vede il padre riccamente adornato, ma non lo riconosce, anzi pensa che possa essere un re e quindi di rischiare la cattura e decide quindi di fuggire. Il padre, che aveva invece visto e riconosciuto subito il figlio, manda un inserviente a catturarlo. Il figlio, spaventato dall'inserviente, si dimena e quindi sviene. Il padre decide quindi di non dirgli subito la verità, ma di lasciare che egli possa scoprirla da sola. Fattolo rinvenire, lo lascia andare ma subito invia due uomini per assumerlo come servo con una buona paga. Il padre è tuttavia profondamente triste nel vedere il figlio, sporco e inconsapevole, lavorare per lui; allora si spoglia egli stesso delle sue ricchezze e travestitosi da servo lo avvicina. Progessivamente il padre fa acquisire al figlio sicurezza e consapevolezza del suo valore, fino ad affidargli la gestione dei suoi beni. Alla fine, giunto sul punto di morte, il padre chiama i parenti e svela a loro e allo stesso figlio tutta la storia, lasciandogli tutta l'eredità. Così, gli ''sravaka'' raccontano di aver compreso la profonda dottrina del Buddha e dopo aver superato il ''[[Nirvana (religione)|nirvana]]'' degli ''[[araht]]'', che corrisponde alla paga del figlio in stato di servitù, affermano di aver ottenuto l' ''anuttara-samyak-sambodhi'', che pur non avendolo desiderato è giunto loro spontaneamente, come i beni del padre sono giunti al figlio senza che egli li avesse mai richiesti.