Francesco Pignatelli, marchese di Laino: differenze tra le versioni

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|PostNazionalità = , vissuto nel [[Regno di Napoli]]
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==Biografia==
 
Il 15 febbraio [[1783]], dopo il terremoto del 5 denominato il ''[[Terremoto del 1783|Fragello]]'', fu nominato ''Vicario generale delle Calabrie'' con «con autorità e facoltà ut alter ego sopra tutti li présidi, tribunali, baroni, corti regie e baronali e qualsísiano altri uffiziali politici di qualunque ramo qualità e carattere, come altresí sopra tutta la truppa tanto regolare quanto di milizie» e vi rimase fino al [[10 settembre]] [[1787]].<ref>''Il Monitore napoletano, 1799'', pag. 155</ref><ref>''Il filosofo e la catastrofe''</ref> Dotato immediatamente di 100.000 [[Ducato (moneta)|ducati]] per le necessità urgenti della popolazione inviò due navi con beni di prima necessità a [[Reggio Calabria|Reggio]] e a [[Pizzo]] e si stabili il 22 febbraio a [[Vibo Valentia|Monteleone]] dove pose il suo quartier generale; da qui, effettuando anche sopralluoghi nelle zone più colpite, coordinò gli aiuti, per cui si valse anche dei fondi della [[cassa sacra]], alle zone colpite dal sisma.<ref>''Il filosofo e la catastrofe''</ref>
Il [[7 ottobre]] [[1792]] sposò Maria Grazia de Cardenas.<ref>''Epistolario'' ,pag. 213</ref> Nominato dal re [[Ferdinando I delle Due Sicilie|Ferdinando IV]] direttore della polizia di Napoli, corpo di nuova istituzione, fu sempre da questo, prima della fuga della famiglia reale in [[Sicilia]] nel dicembre 1798, con un ''biglietto regale'' nominato ''Vicario generale'' del monarca con il compito di contrastare l'avanzata dei francesi di [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]] finché il re fosse tornato con i rinforzi; ma trovatosi il Pignatelli senza possibilità di impedire l'occupazione firmo l'[[11 gennaio]] [[1799]] a [[Sparanise]], con il generale [[Jean Étienne Championnet|Championnet]],<ref>''La pedagogia dei catechismi laici…'', pagg. 30-31</ref> un armistizio di due mesi che prevedeva la cessione della fortezza di [[Gaeta]], il pagamento di due milioni e mezzo di ducati in due rate da pagarsi il 15 e il 25 gennaio e l'interdizione dei porti napoletani alle navi dei paesi nemici della [[Francia]].<ref>''Lazzari'', pag.239</ref> In seguito alla notizia che in città erano presenti gli emissari francesi per il pagamento della prima rata i [[lazzari]] napoletani insorsero e si impadronirono delle fortezze cittadine.<ref>''I Borboni di Napoli (1734-1825)'', pagg. 361-362</ref> Il conte di Laino abbandonò [[Napoli]] il 17 gennaio ed arrivò a [[Palermo]] il 28, qui fu fatto mettere agli ''arresti domiciliari'' dal re, che non era d'accordo con l'armistizio da lui stipulato con i francesi, ma sembra che alla fine, dopo essersi giustificato, sia stato prosciolto.<ref>''Il Monitore napoletano, 1799'', pag. 109</ref>