Primi martiri della Chiesa romana: differenze tra le versioni

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La ricorrenza dei '''Primi martiri della Chiesa romana''' commemora i santi rimasti senza nome, i quali morirono atrocemente a causa della [[Persecuzioni dei cristiani|persecuzione]] scatenata dall'imperatore [[Nerone]] (54-68) a [[Roma]], a partire dal luglio [[64]] e protrattasi fino al [[67]].
 
La persecuzione seguì quasi immediatamente all'[[Grande incendio di Roma|incendio di Roma]], scatenatosi nella notte del [[18 luglio]] [[64]], sue fu un'iniziativa dell'imperatore, il quale tentò di utilizzare questa mossa sanguinaria per allontanare da sé l'ira del popolo. Lo storico latino [[Tacito]] che pur non vedeva di buon grado questa setta nascente, nei suosuoi ''[[Annales (Tacito)|Annales]]'', commentònon innascose modouna abbastanzacerta derisoriocompassione l'azioneverso dii NeroneCristiani.
 
Per cercare di discolparsi, Nerone scaricò sui seguaci di [[Cristo]] le colpe che lo mettevano in cattiva luce di fronte ai suoi sudditi, accusandoli di qualsiasi calamità avventatasi su Roma. Le conseguenze del suo vile gesto furono atroci per i Cristiani e perdurarono per ben quattro anni. Orrendi episodi di violenza perdurarono non solo nelle menti dei Cristiani superstiti, ma anche in quelle del popolo romano, atterrito da questi massimi livelli di crudeltà umana.
 
Le maggior parte delle esecuzioni, stando al racconto di [[Papa Clemente|Clemente I]], avvenivano presso i giardini vaticani, messi a disposizione per questo scopo dal crudele Nerone. I metodi di esecuzione erano tra i più ambigui e non risparmiavano affatto crudeli beffe per i condannati.
 
Tra le vittime più illustri di questa persecuzioni ci furono i due più grandi apostoli, capostipiti della Chiesa Romana: [[Pietro apostolo|Pietro]]
 
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