Torchio tipografico: differenze tra le versioni

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[[Immagine:D12_ubt.jpeg|thumb|Torchio tipografico, seconda metà del XIX secolo (si noti che il timpano manca dello strato superiore di carta, qui sostituito con un vetro per ragioni espositive)]]
Insieme ai [[caratteri mobili]] [[Johannes Gutenberg]] introdusse un'altra importante innovazione nell'arte della [[Stampa (processo)|stampa]]: il torchio tipografico.
Si tratta di un meccanismo in grado di appoggiare un foglio di [[carta]] su di una matrice ottenuta costruendo una [[forma]] per mezzo di caratteri mobili da stampa.
Il sistema ricordava il [[torchio silografico]] oppure poteva essere ispirato a vari altri macchinari quali il [[torchio vinario]].
Il torchio tipografico era formato da una vite (nell'immagine a destra è sostituita da un sistema a gomito) azionata da una leva o barra.
[[Immagine:D12_ubt.jpeg|thumb|Torchio tipografico, seconda metà del XIX secolo (si noti che il timpano manca dello strato superiore di carta, qui sostituito con un vetro per ragioni espositive)]]
La [[vite]] spinge in basso il piatto metallico superiore detto platina o piano di stampa che si abbassa su una cornice di [[legno]] (il timpano, formato da una cornice che sorregge un foglio di pergamena che si interpone tra la carta e la platina) che tiene bloccato il foglio di [[carta]].
Il timpano è montato su una rotaia che permette di spostarlo avanti, fin sotto la platina o indietro, per estrarre la pagina stampata. La forma inchiostrata si trova sotto la platina con i caratteri rivolti verso l'alto. Dopo ogni colpo il torcoliere alzava la barra e, tramite un sistema di corde attaccato a un molinello, faceva scivolare indietro il "carro" che sorreggeva il "forziere" contenente il timpano. Questo veniva sollevato e il foglio di carta lasciato asciugare prima di ricevere la seconda impressione.