Santuario di Giove Dolicheno: differenze tra le versioni

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Il tempio era segnalato sui [[Cataloghi Regionari]] e grazie a vari ritrovamenti è stato collocato nell'area vicnino alle chiese la [[Basilica dei Santi Bonifacio e Alessio|di Sant'Alessio]] e [[basilica di Santa Sabina|di Santa Sabina]]. Venne rinvenuto nel [[1935]] in occasione dell'apertura di via San Domenico, scavando lungo il lato settentrionale e parte dei lati brevi, dove è stato rinvenuto un cortile e tracce di una fase più antica, probabilmente augustea. La pianta totale del complesso misurava 22,60x12 metri. Era presente una sala più vasta, preceduta da atrio e seguita da un terzo vano quasi quadrato.
 
L'ambiente centrale era il più importante e qui vennero rinvenuti i resti di un' altare e una grande iscrizione a [[Giove Dolicheno]] da parte di tali ''Annius Iulianus'' e ''Annius Victor''. Nell'edificio vennero scoperte numerose statue, rilievi e iscrizioni, che evidenziavano un culto [[sincretismo|sincretico]], che tendeva a aggregare le divinità più varie, in particolar modo quelle di edifici sacri vicini sull'Aventino: [[Diana (divinità)|Diana]], [[Iside]], [[Serapide]], [[Mitra (divinità)|Mitra]], i [[Dioscuri]], il [[Sole (divinità)|Sole]] e la [[Luna (divinità)|Luna]]. Questi oggetti oggi sono esposti nei [[Musei Capitolini]].
 
==Bibliografia==