Selknam: differenze tra le versioni

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I Selknam arrivarono in [[Argentina]] già [[10.000]] anni fa, alla fine dell'ultima [[era glaciale]]. Appartenevano probabilmente ad una seconda ondata migratoria, sviluppatasi a oriente della catena andina, ed è possibile fossero imparentati con i [[Tehuelches]] della [[Patagonia]] e i [[Guaicurù]] del [[Chaco]] con cui avevano in comune i tipi di maschera e i riti di iniziazione. Ma si ipotizza pure che tutte e tre le popolazioni indigene abitanti la Terra del Fuoco, discendessero da tribù asiatiche, le quali, attraversato lo Stretto di [[Bering]], erano migrate fino all’altro estremo del [[globo]]. I colonizzatori europei li scoprirono solo intorno alla metà dell’ ‘800. Tuttavia il primo avvistamento si fa risalire al viaggio di Fernão de Magalhaês ([[Ferdinando Magellano]]), che il [[21 ottobre]] del [[1520]] si avventurò attraverso lo stretto passaggio che metteva in comunicazione l’oceano [[Atlantico]] col [[Pacifico]], dapprima chiamato Todos los Santos e poi ribattezzato col suo nome. Si racconta che lungo le rive di quel canale e in mezzo alle sue isole ardessero i fuochi accesi dai Nativi. Proprio questo fenomeno valse al luogo il nome di Terra del Fuoco. [[Charles Darwin]], nel [[1830]], li vide a bordo del “[[Beagle]]”, formulando un giudizio che ne evidenziava l’arretratezza e la condizione di estrema barbarie. Nel 1869 venne fondata una missione anglicana che si stabilì nella Terra del Fuoco sotto la guida di '''R. P. Waite Hockin Sterling'''. Giá da allora si sono potute identificare le tribú dei [[Nativi]]. Abbiamo, peraltro, diverse referenze su questi gruppi per mezzo della spedizione italiana guidata dall’ [[esploratore]] '''Giacomo Bove''', la quale ha lasciato numerosi scritti (presenti nella collezione dei Bollettini della [[Societá Geografica Italiana]] che organizzò le sue spedizioni), dove sono descritti la vita e le abitudini degli [[indigeni]]. G. Bove guidó due spedizioni nella Patagonia e nella Terra del Fuoco negli anni [[1881]] e [[1882]], ed un’altra nell’[[Arcipelago]] di Magellano negli anni [[1883]] e [[1884]].
Importanti sono anche gli appunti personali del Sottotenente di Vascello G. Roncagli (anche lui membro della spedizione Bove), che nel 1882 effettuó, con eminenti naturalisti, un viaggio a cavallo da [[Punta Arena]] fino a [[Santa Cruz]], documentato dal suo diario.
Lo sterminio dei Selknam ebbe inizio a metà dell’ ‘800, con l’arrivo dei cercatori d’oro e degli allevatori di pecore, e fu perpetrato da [[Spagnoli]], [[Croati]], [[Francesi]], [[Italiani]] e [[Inglesi]]. Si trattò di una vera e propria caccia all’indigeno che fissava compensi in denaro per chi ne uccidesse o provvedesse alla loro cattura, tanto che alcuni hanno definito lo sterminio dei Selk’nam come una delle pagine più ciniche del genocidio degli Indiani. I Selk’nam non poterono difendersi con le loro [[armi]] primitive. In seguito a malattie ed [[epidemie]] di [[vaiolo]] e [[morbillo]] (l’ultima datata al [[1925]]), i Selk’nam morirono lentamente. Si è calcolato che attorno alla metà del secolo scorso la popolazione aborigena della Terra del Fuoco raggiungeva circa i [[diecimila]] abitanti.<ref>Samuel Kikland Lothrop, The Indians of Tierra del Fuego, Museum of the American Indian, Fondation Heye, New York 1928, p. 25</ref>
Secondo '''Juan Damianovic'''<ref>“Realidad Sanitaria de la poblaciòn indigena de la zona austral antàrtica”, supplemento della “Revista Chilena de Higiene y Medicina Preventiva” (Santiago, 1948)</ref>, in base a un’indagine demografica sullo stato [[sanitario]] dei Fuegini, ne restavano solo alcuni piccoli gruppi in via di completa estinzione, come gli Alakaluf, nella regione dello Stretto di Magellano, al Sud del [[golfo di Penas]] e nei dintorni di Punta Arenas ([[isola Dawson]], Fuerte Bulnes, isola di Riesco, [[Puerto Natales]]), gli Yahgan o Yàmana nelle isole Navarino e nella zona del canale del Beagle, infine gli Ona dell’isola Grande (Terra del Fuoco). Queste popolazioni contavano ormai solo rispettivamente 120, 61 e 44 individui. Alla fine dell’ ‘800, secondo il censimento della [[missione salesiana]] che si era installata nella Terra del Fuoco nel [[1893]], i Selk’nam erano [[3000]]. Un gruppo di Ona catturato dai coloni venne esposto da un impresario alla Esposizione di Parigi nel 1889. La loro estinzione come popolo, o meglio come società organizzata, risale alla metà del XX sec. Le notizie concernenti la morte dell’ultimo rappresentante che avrebbe determinato la definitiva estinzione della tribù non sono chiaramente verificabili. Nel maggio 1974 morì l'ultima donna Selknam: Angela Loij, di sangue interamente indio, scomparsa proprio nel periodo in cui [[Bruce Chatwin]] metteva piede per la prima volta nell’isola della Terra del Fuoco. Secondo l’antropologo Miguel Augel Palermo l’ultimo Ona sarebbe deceduto nel [[1995]]. Enriqueta Gastelumedi, morta a [[Usuhaia]], all’età di [[91]] anni, il [[30 agosto]] [[2004]], era figlia di madre [[indigena]] e [[padre]] spagnolo. Conosciuta come “india Varela”, era una scultrice dedita all’intarsio della “lenga”, il legno della Terra del Fuoco, attraverso cui faceva riaffiorare i simboli della [[cultura]] Ona. Molte delle sue opere sono conservate a Usuhaia presso il “Museo della fine del mondo”, altre sono state vendute dall’[[artista]] a turisti europei e americani per mantenere la sua famiglia.
 
== Economia ==
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==Note==
<references />
Samuel Kikland Lothrop, The Indians of Tierra del Fuego, Museum of the American Indian, Fondation Heye, New York 1928, p. 25
“Realidad Sanitaria de la poblaciòn indigena de la zona austral antàrtica”, supplemento della “Revista Chilena de Higiene y Medicina Preventiva” (Santiago, 1948)
 
 
 
== Voci correlate ==