Rivolta di Varsavia: differenze tra le versioni
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Una seconda parte rimase in patria e costituì un esercito clandestino - denominato Esercito Nazionale Polacco - comandato dal generale [[Tadeusz Bór-Komorowski|Komorowski]] (detto "Bor") ed in continuo contatto con il governo in esilio. L'Esercito Nazionale rimase militarmente inoperoso a lungo poiché non disponeva di armamenti sufficienti ad affrontare le truppe tedesche e poiché temeva che la risposta degli occupanti si traducesse in una rappresaglia contro la popolazione civile.
Nel [[1944]], quando la sconfitta tedesca appariva ormai inevitabile e l'[[Armata Rossa]] sovietica, comandata dal generale [[Konstantin Konstantinovič Rokossovskij|Rokossovskij]], era penetrata in territorio polacco, il governo in esilio ed i vertici militari sentirono la necessità di prendere l’iniziativa. Oltre a voler combattere l’occupante nazista essi desideravano dimostrare agli [[Alleati]] di essere in grado di lottare per liberare la loro patria prima che fosse occupata dai sovietici. Infatti, dopo la spartizione della [[Polonia]] - che [[Germania]] ed [[Unione Sovietica]] avevano concordato nel [[1939]] con un protocollo segreto allegato al [[Patto Molotov-Ribbentrop|patto di non aggressione]] noto con i nomi di [[Vjačeslav Molotov|Molotov]] e di [[Joachim von Ribbentrop|Ribbentrop]] - i sovietici erano considerati degli invasori
==L'inizio della rivolta==
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