Temperatura di transizione vetrosa: differenze tra le versioni

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Mentre le sostanze vetrose [[composto inorganico|inorganiche]] o [[minerali]], come la [[silice]], possiedono un determinato valore di T<sub>g</sub>, i [[polimeri]] termoplastici possono possedere una ulteriore T<sub>g</sub> a valore di temperatura inferiore e al disotto della quale diventano rigidi e fragili assumendo facile tendenza a frantumarsi. Inoltre a valori di temperatura maggiori di T<sub>g</sub> tali polimeri possiedono [[elasticità]] e capacità di subire deformazioni plastiche senza andare incontro a fratture, caratteristica questa che viene sfruttata in ambito [[tecnologia|tecnologico]].<br/>
I valori di transizione vetrosa ai quali si fa comunemente riferimento sono in realtà dei valori medi, dipendendo questa grandezza dal [[gradiente]] di temperatura con il quale viene effettuato il raffreddamento e per i polimeri anche dalla distribuzione dei [[peso molecolare|pesi molecolari]] medi. Inoltre la eventuale presenza di additivi è anch'essa in grado di influenzare la T<sub>g</sub>.<br/>
Alcune sostanze pure dal basso peso molecolare possono possedere anche loro un determinato valore di temperatura di transizione vetrosa al disotto della quale possiedono struttura amorfa. Ad esempio l'[[acqua]] possiede T<sub>g</sub> = -173 °C e per rapido raffreddamento dell'acqua liquida, in modo da impedire l'organizzazione in strutture [[cristallo|cristalline]] ordinate, fino a un valore pari alla T<sub>g</sub> si ottiene il [[ghiaccio]] amorfo.
 
Comuni metodiche utilizzate per la determinazione della temperatura di transizione vetrosa sono la [[calorimetria differenziale a scansione]] (DSC) e l'[[analisi meccanica dinamica]] (DMA).