I promessi topi: differenze tra le versioni

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==Gertrude/Genoveffa==
La storia della monaca di Monza dell'originale manzoniano, è celeberrima: Gertrude, figlia di un potente e ricchissimo principe, viene costretta a farsi monaca contro il suo volere. Tutto ciò allo scopo di non disperdere il patrimonio di famiglia, a vantaggio del primogenito maschio. Manzoni dedica una lunga digressione alla storia del personaggio, in modo da evidenziarne la complessa psicologia. Allo stesso modo nella parodia disneyana vengono spese alcune pagine per raccontare la storia della fattucchiera di Monza. Da tutti chiamata Nocciola (per l'abitudine di coltivare e rivendere nocciole), in realtà il suo nome è Genoveffa. Fin dalla nascita, a causa dell'estrema bruttezza che la contraddistingue, viene spinta a diventare una strega dai genitori, maghi anch'essi. Allo scopo viene usato ogni mezzo: le vengono addirittura regalate delle piccole scope volanti, quando le altre bambine ricevevano bambole (a Gertrude venivano regalate bambole vestite da monaca). Crescendo, matura in Genoveffa il desiderio di diventare attrice e fugge di casa. Tutte le agenzie teatrale, però, non gli danno alcuna speranza: è troppo brutta. L'unica occasione le viene offerta da un impresario evidentemente miope (infatti è una talpa). Ma l'esperienza non è positiva: la sua comparsa sul palco viene accolta da una raffica di pomodori. Decide così di tornare a Monza dalla famiglia, dove le viene aperto uno studio di fattucchieria. Sarà in questo studio che riceverà, a cento e più anni dopo, la richiesta di aiuto di Renzo Topoglino.
 
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