Disputa di Ferrara: differenze tra le versioni

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La posizione di Leoniceno, espressa nel trattato ''De epidemia quam Itali morbum Gallicum vocant'', edito da [[Aldo Manuzio]] nel [[giugno]] dello stesso 1497, in cui si correlava la questione a speciali condizioni [[clima|climatiche]], in particolare di [[umidità]] dell'aria indotta dalle [[inondazione|inondazioni]] (e conseguenti fame e [[peste|pestilenze]]), era quella di una quasi assoluta novità del male, avente carattere [[epidemia|epidemico]], novità che, come tale, non poteva essere trattata secondo i canoni della dottrina di [[Avicenna]]. Al contrario l'Aquilano intese evidenziare, come si può leggere nel suo ''De morbo gallico'', pubblicato però soltanto nel [[1509]], una coincidenza fra il ''mal francese'' e l'''[[elefantiasi]]'' già individuata da [[Galeno]].
[[Image:Treponema pallidum.jpg|150px|thumb|left|Il batterio ''[[Treponema pallidum]]'' responsabile della [[sifilide]]]]
 
Il primo vero attacco all'interpretazione del Leoniceno, che era un sostenitore della [[medicina greca|medicina ellenica]] in contrapposizione a quella [[medicina islamica|arabo-islamica]], provenne, tuttavia, agli inizi del [[marzo]] [[1498]] da [[Natale Montesauro]], professore di [[medicina]] dell'[[Università di Bologna]], che scrisse un ''[[pamphlet]]'' dal titolo ''De dispositionibus quas vulgares mal franzoso appellant''.