Camminata sulle acque: differenze tra le versioni

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Nel secondo volume del suo studio ''Un ebreo marginale'', sottotitolato ''Mentore, messaggi e miracoli'', [[John Meier]] studia ciascun racconto miracoloso dei vangeli per determinare se nascondano un nucleo storico; riguardo alla camminata sull'acqua, Meier afferma che si tratta di una narrazione puramente teologica, senza fondamento storico. La tradizione orale, secondo Meier, è intrecciata con riferimenti al [[Vecchio Testamento]] (la risposta di Gesù «Io sono» è in accordo alla visione di Gesù come [[Yahweh]] della Chiese delle origini) e percezioni post-resurrezione. Il particolare, la parte narrativa della storia sembra ricadere nel genere apocalittico, intendendo con questo termine un genere caratterizzato da un accentuato simbolismo e da contrasti luce-ombra. Inizialmente Gesù raccoglie gli apostoli su di una barca e li manda via da soli, per recarsi da solo sulla montagna a pregare, ma promettendo loro di incontrarli dall'altra parte del "mare"; gli apostoli hanno difficoltà a raggiungere l'altra sponda, ma Gesù appare e tutto finisce bene. Secondo Meier questa è una metafora della Chiesa subito dopo la Pasqua: Gesù lascia i suoi discepoli con l'[[ascensione]] ma promettendo loro di tornare, ma ogni tanto fa loro visita durante il viaggio per sostenerli (attraverso l'[[eucarestia]]). Come tutta la letteratura apocalittica, la sua funzione è quella di confortare una comunità in difficoltà.
 
=== Vangeli sinottici ===
 
Nel ''[[Vangelo secondo Luca]]'', il terzo dei [[vangeli sinottici]] oltre a ''Marco'' e ''Matteo'', manca un racconto simile alla camminata sull'acqua: questa è stata talvolta chiamata la "grande omissione" di ''Luca'';<ref>Head, p. 84.</ref> per tale assenza, questo passaggio è stato utilizzato per determinare se sia corretto ipotizzare la composizione di ''Matteo'' a partire da ''Marco'' ([[priorità marciana]]) o quella di ''Marco'' a partire da ''Matteo'' ([[ipotesi Griesbach]]).<ref>Head.</ref>
 
=== Vangelo secondo Giovanni ===
 
All'interno del ''[[Vangelo secondo Giovanni]]'', il brano della camminata sull'acqua ({{passo biblico|Gv|6,15-21}}) si trova subito dopo del miracolo della ''moltiplicazione dei pani per cinquemila uomini'' ({{passo biblico|Gv|6,1-14}}) e prima del dialogo tra Gesù e la folla ({{passo biblico|Gv|6,26-34}}) e del discorso sul pane della vita ({{passo biblico|Gv|6,35-59}}). Questi tre brani sono tra loro in stretta relazione, sia narrativa che teologica: vi si ritrovano i temi di Gesù che dà da mangiare, del pane che dà vita eterna e di Gesù al tempo stesso dono di Dio e datore di quel dono. Il brano della camminata sull'acqua ha invece scarsi legami con questi temi ed è stato proposto che la sua introduzione sia stata dovuta alla sua presenza consolidata nella tradizione orale, per cui l'autore del quarto vangelo è stato "costretto" ad inserirlo.<ref>O'Day, p. 149.</ref> Altri studiosi continuano ad evidenziare l'interruzione del flusso narrativo costituito dall'inserimento di questo brano, ma ritengono che questo sia funzionale allo scopo del redattore del quarto vangelo, quello di mostrare una teofania (Gesù appare ai discepoli, dal cui punto di vista l'episodio è raccontato), come chiarito dall'uso dell'«ἐγώ ἐιμι», che andrebbe tradotto «Io sono», e del «non temete», anch'esso attribuito frequentemente a [[Yahweh]].<ref>O'Day.</ref>
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* John Paul Heil, ''Jesus Walking on the Sea'', Biblical Institute Press, Roma, 1981.
* Gail O'Day, "John 6:15-21: Jesus Walking on Water as Narrative Embodiment of Johannine Christology", in ''Critical Readings of John 6'', R. Alan Culpepper ed., BRILL, 1997, ISBN 9004105794, pp. 149-160.
* Peter M. Head, ''Christology and the Synoptic problem: an argument for Markan priority'', Cambridge University Press, 1997, ISBN 0521584884, pp. 84-96.
 
==Voci correlate==