Trattato di Melfi: differenze tra le versioni

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[[Niccolò II]] stipula il '''Trattato di Melfi''' con [[Roberto d'Altavilla]], conte di Puglia, e con [[Riccardo I di Aversa]], signore di Genzano e conte di Aversa. Il trattato è sottoscritto il [[24 giugno]] [[1059]] in preparazione del [[Concilio di Melfi I]] e sarà reso operativo dal successivo [[Concordato di Melfi]].
 
[[File:Stampa Melfi.jpg|right|thumb|480px|Antica stampa di Melfi (Potenza), sede del Trattato.]]
==Alleanza tra la Chiesa ed i Normanni==
 
==AlleanzaLa alleanza tra la Chiesa ed i Normanni==
 
Dopo la guerra, conclusa con la sconfitta del [[Papa]] nella [[Battaglia di Civitate]], inizia la politica di alleanza fra la [[Santa Sede]], impegnata nella lotta per le investiture, ed i [[Normanni]], interessati a vedere legittimate le proprie posizioni. L’atto sancisce i rapporti tra il Pontefice e le due Casate, che lo sostengono nella lotta contro l’Antipapa [[Benedetto X]].
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Il Papa riconosce i possedimenti conquistati, legittima il dominio delle terre assoggettate e concede l’investitura anche per i territori della penisola che sono ancora in mano ai [[Bizantini]], ai [[longobardi]] ed ai Musulmani.
 
==Riconoscimento Il riconoscimento ufficiale delle Casate Altavilla e Drengot==
 
Niccolò II nomina il Conte di Aversa, Riccardo I della Casata [[Drengot Quarrel (famiglia)|Drengot Quarrel]], Principe di [[Capua]] e riconosce Roberto il Guiscardo, della casata [[Altavilla]], che dichiara di convertirsi al Cristianesimo, Duca di [[Puglia]], [[Calabria]] e [[Sicilia]].
 
[[Immagine:Robertoilguiscardo.jpg|left|thumb|345px|A seguito del '''Trattato di Melfi''', il Papa Niccolò II, durante il primo Concilio di Melfi, nomina Roberto il Guiscardo Duca di Puglia e Calabria.
 
Nota: La storia la scrivono i vincitori e, perciò, nella iconografia resta in evidenza la Casata Altavilla e viene oscurata la rivale [[Drengot Quarrel (famiglia)]].]]
 
Si costituiscono due stati normanni indipendenti e le relative casate sono legate in maniera diretta alla Santa Sede. Il Pontefice estende, così, il dominio feudale della Chiesa da Capua fino alla Trinacria.
 
Il Papa, per sostenere la sua sovranità e giustificare l’esercizio del potere temporale, rivendica il diritto alla signoria feudale del sud della penisola e della Sicilia, sulle basi della donazione da parte dei re carolingi ed esibisce il documento della [[Donazione di Costantino]], che si rivelerà falso.
 
[[File:Stampa Melfi.jpg|right|thumb|480px|Antica stampa di Melfi]]
 
Niccolò II riconosce come vassalli Riccardo I Drengot ed i fratelli Roberto e [[Ruggero I d'Altavilla]]. Essi ottengono per loro e le proprie famiglie, il titolo di vassalli della Chiesa, con un’investitura rivoluzionaria, perchè solo l'Imperatore dispone dei titoli.
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|Tipo di accordo
|Partecipanti (oltre al Papa)
|Date di svolgimento
|Provvedimenti principali