Gisulfo II di Salerno: differenze tra le versioni

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==Biografia==
LoFiglio storicoe successore di [[JohnGuaimario JuliusIV Norwichdi Salerno|Guaimario IV]] (''Thee NormansGemma, infiglia thedi [[Landolfo di Capua]], nelle cronache di [[Amato di Montecassino]] viene dipinto come un criminale e un delinquente<ref>[[Amato di Montecassino]], South''Ystoire pgde li Normant''</ref>. 201)Di lui ci viene raccontaraccontato l'episodio "di una sfortunata vittima [un amalfitano] che Gisulfo teneva prigioniero in una gelida cella, al quale prima tolse l'occhio destro, poi ogni giorno un dito della mano e del piede. Egli [Amato] aggiunge che l'imperatrice Agnese – che stava soggiornando nel sud Italia – offrì personalmente centinaia di monete d'oro e un suo stesso dito come riscatto, ma le sue preghiere rimasero inascoltate"<ref>[[John Julius Norwich]], ''The Normans in the South'', pg. 201 </ref>.
 
===Nomina a co-reggente===
Figlio e successore di [[Guaimario IV di Salerno|Guaimario IV]] e Gemma, figlia di [[Landolfo di Capua]], nelle cronache di [[Amato di Montecassino]] (''Ystoire de li Normant'') viene dipinto come un criminale e un delinquente.
Gisulfo II di Salerno, ancora giovanissimo, fu nominato co-reggente dal padre ([[1042]]), proprio mentre [[Guglielmo Braccio di Ferro]], a [[Melfi]], da tutti i Normanni era eletto Capo supremo e si rivolgeva a suo padre Guaimario ed a [[Rainulfo Drengot]], Conte di Aversa, proponendo ad entrambi un’alleanza alla pari. Guaimario offriva il riconoscimento ufficiale, con Rainulfo e Guglielmo si recava a Melfi e riuniva una assemblea dei baroni Longobardi e Normanni, che terminava al principio del [[1043]]. In questo parlamento generale, Guaimario riconfermò il titolo di Conte a Rainulfo e garantì agli Altavilla il dominio sulla Puglia, creando di fatto una nuova Contea affidata a Guglielmo. L'imperatore [[Enrico III del Sacro Romano Impero|Enrico III]] convocò per il [[3 febbraio]] [[1047]] la [[Conferenza di Capua]], con Guaimario V di Salerno, e legittimò i possessi acquisiti dalle famiglie normanne: a [[Drogone d'Altavilla]], successo al fratello Guglielmo, conferì l'investitura e lo rese suo vassallo e Conte di tutti i Normanni di Apulia e Calabria. L’Imperatore inoltre distaccò da Salerno il Principato di Capua e lo restituì al legittimo [[Pandolfo IV di Capua|Pandolfo IV]].
 
Lo storico [[John Julius Norwich]] (''The Normans in the South'' pg. 201) racconta l'episodio "di una sfortunata vittima [un amalfitano] che Gisulfo teneva prigioniero in una gelida cella, al quale prima tolse l'occhio destro, poi ogni giorno un dito della mano e del piede. Egli [Amato] aggiunge che l'imperatrice Agnese – che stava soggiornando nel sud Italia – offrì personalmente centinaia di monete d'oro e un suo stesso dito come riscatto, ma le sue preghiere rimasero inascoltate".
 
==Nomina a co-reggente==
'''Gisulfo II di Salerno''', ancora giovanissimo, fu nominato co-reggente dal padre ([[1042]]), proprio mentre Guglielmo I d’Altavilla, a Melfi, da tutti i Normanni era eletto Capo supremo e si rivolgeva a suo padre Guaimario ed a [[Rainulfo Drengot]], Conte di Aversa, e proponeva ad entrambi un’alleanza alla pari. Guaimario offriva il riconoscimento ufficiale e con Rainulfo e Guglielmo, si recava a Melfi e riuniva una assemblea dei baroni Longobardi e Normanni, che terminava al principio del [[1043]].
 
In questo Parlamento generale, Guaimario V di Salerno garantiva agli Altavilla il dominio su Melfi. Braccio di Ferro si distingueva da Rainulfo I Drengot, capo della Campania. Tutti offrirono un omaggio come Vassalli a Guaimario, che riconobbe a Guglielmo I d’Altavilla il primo titolo di Conte di Puglia. Per legarlo a sé gli offrì in moglie la nipote Guida, figlia del Duca [[Guido di Sorrento]]. Guaimario riconfermò il titolo di Conte anche allo stesso Rainulfo. Nasceva, così, la [[Contea di Puglia]] con capitale Melfi.
 
Nel [[1046]] morì senza eredi Guglielmo I d’Altavilla, primo Conte di Puglia e gli successe il fratello minore Drogone d’Altavilla, che mediò tra il Sovrano Longobardo di Salerno ed il Clan Drengot e ripristinò l’alleanza. La guerra contro Pandolfo IV durò a lungo e Guaimario gli concesse in sposa la sorella Gaitelgrima.
 
==Riconoscimento dell'Imperatore==
L'Imperatore [[Enrico III del Sacro Romano Impero|Enrico III]] convocò per il [[3 febbraio]] [[1047]] la Conferenza di Capua, con Guaimario V di Salerno, e legittimò i possessi acquisiti dalle Famiglie Normanne: a Drogone d’Altavilla conferì l'investitura e lo rese suo Vassallo e Conte di tutti i Normanni di Apulia e Calabria. Enrico III riconobbe in tal modo la Contea di Puglia.
 
L’Imperatore distaccò da Salerno il Principato di Capua e lo restituì al legittimo [[Pandolfo IV di Capua|Pandolfo IV]]. Questo territorio costituiva l’obiettivo del Clan Drengot. [[Rainulfo II Trincanotte]], del lignaggio dei Drengot, fu insignito terzo Conte di Aversa e Duca di Sorrento, ma morì nel [[1048]] e lasciò erede il figlio [[Ermanno di Aversa|Ermanno]], di pochi mesi, con reggente [[Guglielmo Bellabocca]] (Bellebouche).
 
L'unico parente, Riccardo I Drengot, cugino del bimbo, Signore di Genzano, era imprigionato a Melfi per aver combattuto contro Drogone d’Altavilla. Guaimario intervenne, lo fece uscire di prigione, lo condusse ad Aversa e lo insediò come nuovo tutore di Ermanno. Dopo l’improvvisa rimozione o, peggio, morte dell’infante, Guaimario V nel [[1049]] incaricò Riccardo come quinto Conte d’Aversa ed egli assunse le redini del patrimonio familiare dei Drengot.
 
Il Papa [[Leone IX]] al principio di [[luglio]] [[1051]] dichiarò decaduta la Stirpe Longobarda in [[Benevento]] ed affidò ad un (proprio) Rettore il governo della Città. Qui il Pontefice convocò Drogone d’Altavilla e Guaimario V, affinché garantissero la sicurezza di Benevento ed impose il giuramento di sottomissione a Guaimario ed al genero, Drogone, il secondo Conte di Puglia. Il Papa si recò con Guaimario a Salerno.
 
===Assassinio del padre e successione===
Guaimario restava il Principe Longobardo più potente del sud; Sovrano di Capua e di Salerno, comandava su Sorrento, Amalfi e Gaeta ed aveva come suoi Vassalli i Normanni di Aversa e dell’Apulia. Il potere gli procurò nemici e, tra il 2 ed il [[3 giugno]] [[1052]], fu assassinato nel porto di Salerno, da una congiura organizzata dai quattro cognati (Pandolfo figlio del Conte di Teano [[Pandolfo V di Capua]] ed i suoi fratelli), che erano stati spronati al delitto dai sostenitori [[Amalfi|amalfitani]] dei [[Impero bizantino|bizantini]].
 
Essi rapirono il giovane Gisulfo II di Salerno, mentre sfuggì alla cattura il fratello di Guaimario, [[Guido di Sorrento|Guido]], duca di [[Sorrento]], che si rivolse a Melfi dalla sorella e dal marito di lei, Umfredo I d’Altavilla.
 
L’esercito dei Normanni accorse a Salerno, pose d'assedio la città, scacciò con [[Guido di Conza]] l’usurpatore al Tronotrono, Pandolfo, e fece prigioniere le famiglie dei congiurati. Guido barattò il rilascio di questi con la liberazione di Gisulfo, che fu reso a suo zio. La città si arrese e '''Gisulfo II di Salerno''' fu riconosciuto legittimo principe da Guido e dai Normanni.
 
===Principe di Salerno===
Il travagliato inizio del suo regno fu appena un'anticipazione del carattere del sovrano: '''Gisulfo II di Salerno''' non abbandonò mai il rancore nei confronti degli Amalfitani, che avevano dato inizio alla congiura contro suo padre. Ereditò, invece, l'ingegno paterno<!-- , la sorella maggiore [[Sichelgaita di Salerno]], che guidava il Palatium. Giordano I Drengot è il Duca di Gaeta. [[Roberto il Guiscardo]] incomincia ad imporre la sua presenza, litiga con [[Ruggero d'Altavilla]] e s’impadronisce di possedimenti del Ducato di Salerno-->.
 
Per ragioni sconosciute, Gisulfo prese in odio anche i Normanni di Aversa, da lui considerati dei [[barbari]]. Tutto il suo regno fu segnato dalla costante opposizione ad essi. La sua inimicizia nei confronti dei Normanni fu presto pagata a caro prezzo. [[Roberto il Guiscardo]] partì dal suo castello [[Calabria|calabrese]] di [[San Marco Argentano|San Marco]] e conquistò la città di [[Cosenza]] e numerose altre rocche vicine, tutte appartenenti al [[Principato di Salerno|principato salernitano]]. Gisulfo scatenò presto anche l'ira del conte [[Riccardo I di Aversa]], riuscendo a salvare il trono solo grazie all'alleanza con gli odiati Amalfitani.
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Gli ultimi anni del regno di '''Gisulfo II di Salerno''' furono segnati dall'incremento di atti pirateschi, perpetrati dalla sua flotta, soprattutto ai danni di [[Amalfi]] e [[Pisa]]. Proprio i mercanti pisani, chiamati al servizio di [[papa Gregorio VII]] per conto della contessa [[Matilde di Canossa|Matilde di Toscana]], ebbero un tale attrito con Gisulfo che quest'ultimo fu mandato a [[Roma]] dal papa e l'esercito – riunito per marciare contro il dominio del Guiscardo - si disperse.
 
Essendosi alienato l'alleanza del pontefice, Gisulfo era ormai totalmente isolato e questo esponeva il principato di [[Salerno]] a gravi rischi di sopravvivenza. Nel [[maggio]] del [[1076]], infatti, le truppe di Riccardo di Capua e Roberto il Guiscardo, affiancate anche da amalfitani e longobardi rinnegati, misero sotto assedio la città. Ai suoi sudditi, Gisulfo aveva saggiamente ordinato di tenere in riserva viveri e derrate alimentari sufficienti per due anni. In realtà, egli ne confiscò buona parte, insieme ai tesori delle chiese, per continuare a sostenere il suo stile di vita pieno di agi e di lusso, condannando la sua città a morire di fame.
 
Il [[13 dicembre]] Salerno si arrese e il principe, insieme al suo seguito, si ritirò nella propria [[castello di Arechi|fortezza]], dove resisté all'assedio fino a [[maggio]] del [[1077]], quando il [[castello di Arechi|castello]] cadde per mancanza di viveri. Per il principato [[Longobardi|longobardo]] di Salerno era la fine: tutte le terre furono occupate dai Normanni, le reliquie furono trafugate.
 
Gisulfo si rifugiò a Capua, dove cercò senza alcun successo di spingere Riccardo alla guerra contro Roberto. Il principe spodestato cercò allora riparo a Roma, dove comunicò al pontefice la rovina di Salerno. A questo punto le cronache ufficiali perdono di vista la sua sorte, ricordando solo che tra il [[1088]] e il [[1089]] gli fu attribuito il titolo di duca di Amalfi.
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Gisulfo II, ultimo principe longobardo di Salerno, morì dunque a Sarno tra il [[1090]] e il [[1091]] e fu sepolto nel castello di Gaitelgrima. La data di morte la si desume dal fatto che, come ha rivelato di recente un documento, nel [[1091]] Gaitelgrima elargì doni alla [[Badia di Cava|Badia di Cava dei Tirreni]] per suffragare l'anima del fratello.
 
Gisulfo II ebbe anche cinque figli: Pandolfo, Guaimario (V) - che più tardi fu in co-reggenza con Gisulfo - , Landolfo, Guido e Giovanni.
 
==Note==
<references/>
 
==Bibliografia==
 
*[[John Julius Norwich]], ''I Normanni nel Sud: 1016-1130''. Mursia, Milano 1971 (ed. orig. ''The Normans in the South 1016-1130''. Longmans: Londra, 1967).
 
*{{cita libro|cognome= |nome= |wkautore= |coautori= |curatore=Mario Caravale |altri=|titolo=Dizionario Biografico degli Italiani |dataoriginale= |annooriginale= |meseoriginale= |url= |formato= |datadiaccesso= |annodiaccesso= |mesediaccesso= |edizione= |data= |anno=[[2003]] |mese=|editore=Istituto della Enciclopedia Italiana |città=[[Roma]] |lingua= |id= |doi =|pagine= |capitolo= |url_capitolo= |citazione = |cid= }}
 
*Silvio Ruocco, ''Storia di Sarno e dintorni – Volume Primo''. Ed. Buonaiuto. [[Sarno]], [[1999]]
 
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== Collegamenti esterni ==
 
*[[Goffredo Malaterra]]
:*{{en}}[http://www.leeds.ac.uk/history/weblearning/MedievalHistoryTextCentre/Malaterra%203.doc ''The Deeds of Robert Guiscard'' Book Three] (pdf)
:*{{lt}}[http://www.cesn.it/Cronisti/testi/malaterra.zip ''De rebus gestis Rogerii Calabriae et Siciliae comitis'']
 
*[http://www.norman-world.com/angleterre/histoires/index_histoires.htm History of the Norman World].