Tre leggi della robotica: differenze tra le versioni

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Le Tre Leggi vennero estese con una '''quarta legge''', la '[[Legge zero della robotica|Legge Zero]]', così chiamata per mantenere il fatto che una legge con numero più basso soprassedesse a una con numero maggiore. Venne apparentemente inventata da due personaggi di Asimov, [[R. Daneel Olivaw]] e [[R. Giskard Reventlov]] ("R." sta per "Robot"), in ''[[I Robot e l'Impero]]'', anche se venne precedentemente menzionata in "[[Conflitto evitabile]]" da [[Susan Calvin]]. In ''I Robot e l'Impero'', Giskard fu il primo robot ad agire in base alla Legge Zero, anche se ciò si rivelò distruttivo per il suo cervello positronico, quando violò la Prima Legge. Daneel, nel corso di molte migliaia di anni, fu in grado di adattarsi e obbedire completamente alla Legge Zero.
 
:0. ''Un robot non può recare danno all'umanità, né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, l'umanità riceva danno.''
 
Le altre 3 leggi vengono modificate di conseguenza:
 
# ''Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, un essere umano riceva danno. Purché questo non contrasti con la Legge Zero ''
# ''Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non contravvengano alla Legge Zero e alla Prima Legge.''
# ''Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questa autodifesa non contrasti con la Legge Zero, la Prima Legge e la Seconda Legge.''
 
La legge zero tuttavia risulta essere estremamente complessa rispetto alla programmazione dei cervelli positronici dei robot, poiché postula che sia possibile, in qualche modo e qualche situazione, violare la prima legge della robotica (Nessun robot può recar danno a un essere umano) in funzione di un bene più ampio e duraturo dell'intera umanità. In pratica, un robot potrebbe uccidere un essere umano, in aperta violazione alla prima legge, commettendo un danno effettivo e certo, a fronte di un ipotetico e incerto bene per l'umanità. La contraddizione è al centro del finale del romanzo I robot e l'impero, poiché proprio il robot R. Giskard Reventlov sceglierà di permettere che un intero pianeta, la Terra, sia condannata ad una lentissima agonia nucleare, insieme a tutti i suoi abitanti, per spingere l'intera umanità ad abbandonare il grembo del pianeta madre e colonizzare l'intero universo. Il suo cervello positronico ne sarà danneggiato irrimediabilmente.