Giacomo Ammannati Piccolomini: differenze tra le versioni

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Studiò poi Lettere greche e latine a [[Ferrara]], presso la scuola di [[Guarino Veronese]]; proseguì a [[Firenze]], dove si mise al seguito di [[Leonardo Bruni]] e [[Carlo Marsuppini]]. Nella città del fiore entrò in contatto con il pontefice [[Papa Eugenio IV|Eugenio IV]], lì in esilio, e ciò gli servì per introdursi negli ambienti curiali. [[Papa Callisto III]] lo volle come suo segretario apostolico.
 
Il successore [[Papa Pio II|Pio II]], toscano e suo amico intimo, lo promosse cardinale e nel [[1460]] l’inviò a Pavia come vescovo dell’importante diocesi. (Nel frattempo a partire dal 1455 aveva aggiunto al cognome paterno, quello Piccolomini, in onore appunto del futuro papa). Mantenendo quest'ultima, resse anche, per due anni, dal [[24 settembre]] [[1477]] alla morte, la [[diocesi di Lucca]]. Fu stretto collaboratore anche dei pontefici [[Papa Paolo II|Paolo II]] e [[Papa Sisto IV|Sisto IV]].
 
È stato autore di importanti opere letterarie in [[volgare]] e in [[Lingua latina|latino]]. Scrisse, tra le altre opere pubblicate per lo più postume e di carattere epistolare, una ''Vita dei Pontefici'' e proseguì i ''Commentarii'' di Pio II, dal [[1464]] al [[1469]]. Stese anche un curioso e variamente criticato ''Testamentum ad memoriam humanae imbecillitatis & funebrium impensarum contemptum, pie & prudenter lectores instituens''. Nel [[1997]] sono state raccolte in tre volumi, nella collana degli [[Archivi di stato]], le sue lettere inviate tra il [[1444]] e il [[1479]].