Carlo Antonio Casnedi: differenze tra le versioni

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[[Gesuita,]] fu confessore del governatore di Milano Juan Tomás Enriquez de Cabrera e difensoresostenitore del [[probabilismo]].
 
== Biografia ==
 
Nato a [[Milano]] da Francesco Maria, futuro [[senatore]], e Caterina Rumi, Carlo Antonio Casnedi entrò nel [[noviziato]] della [[Compagnia di Gesù]] a [[Novellara]] (Reggio Emilia).

Studiò presso il [[Collegio Romano]] e divenne poi professore di umanità e di [[teologia]] a [[Milano]], presso il [[Collegio di Brera]].

Negli anni Ottanta del [[Seicento]] fu confessore del governatore di [[Milano]] [[Juan Tomás Enriquez de Cabrera]]. Quando nel [[1686]] de Cabrera tornò a [[Madrid]], Casnedi lo seguì, rimanendogli sempre fedele, mentre De Cabrera divenne un uomo chiave nella vita politica spagnola di fine secolo, ereditando dal padre il titolo di ''almirante de Castilla'' e svolgendo per alcuni anni, durante il regno di [[Carlo II]], il ruolo di ''valido''. Durante la guerra di successione spagnola de Cabrera fuggì a [[Lisbona]] per organizzare la resistenza antiborbonica e Casnedi lo seguì nonostante il divieto del Generale della Compagnia, Tirso González de Santalla, che minacciò anche di scomunicarlo. Giunto a [[Lisbona]] ricevette la protezione del re portoghese, e durante il generalato di Michelangelo Tamburini fu riabilitato all'interno della Compagnia e ricoprì a [[Lisbona]] il ruolo di visitatore e di vice-provinciale. Fu esecutore testamentario dell'enorme fortuna che De Cabrera aveva lasciato alla [[Compagnia di Gesù]], e si occupò delle delicate polemiche dei riti cinesi, che in quegli anni mettevano in difficoltà la presenza della Compagnia in Cina. Caduto in disgrazia presso il re portoghese, fu espulso dal [[Portogallo]] e morì ottantenne in [[Spagna]], a [[Badajoz]].
 
== La ''Crisis theologica'' ==