Chiesa di San Nicolò della Lattuga: differenze tra le versioni

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La chiesa dedicata a [[San Nicola di Bari]] del sestiere di San Polo, [[patrono]] dei naviganti, era solo uno dei numerosi dedicati al santo barese a Venezia; inserita nel complesso del monastero di cui ancora resta traccia oggi in ''[[Calle]] drio l'Archivio'', la chiesa era annessa alla struttura dell'attuale [[Archivio di Stato]] (ex monastero dei Frari).
 
San Nicolò era stata fondata per volontà del procuratore di Venezia [[Nicolò Lion]], nel [[1332]], come voto: è a partire da questo che deriva l'appellativo ''della Lattuga'', in quanto si riporta che il nobile fu guarito da una grave malattia assumendo della [[lattuga]] proveniente dall'orto del vicino monastero dei Frari.<br/>La chiesa fu affidata ai [[francescani]], dei quali si venne costituendo un convento; nel [[Cinquecento]] San Nicolò della Lattuga, chiesa minore per dimensioni e prestigio, acquista importanza con opere di [[Tiziano]] e [[Veronese]]: del primo è la ''Madonna col Bambino e Santi'' (detta ''Madonna dei Frari''), oggi conservata nella Sala X della Pinacoteca dei [[Musei Vaticani]]; del secondo sono ben undici tele, tre delle quali sono alle [[Gallerie dell'Accademia]] a Venezia e una alla [[Pinacoteca di Brera]] di [[Milano]].<br/>Ad incrementare il corredo artistico di San Nicolò furono chiamati anche [[Palma il Giovane]] e altri grandi artisti del Cinquecento veneziano.<br/>
Oggi sopravvive il toponimo, come nel caso di altre chiese distrutte ([[Chiesa di Sant'Agostin|Sant'Agostin]], [[Chiesa di San Stin|San Stin]] ecc.), nel nome della calle dove sorgeva: ''Calle San Nicoleto'' e ''[[calle|Ramo]] San Nicoleto''.
L'umanista [[Urbano Bolzanio]], nello stesso secolo, fu molto legato a San Nicolò e al suo convento, dove ebbe luogo parte della sua formazione, dove visse e dove gli fu data sepoltura.
 
Nel [[1806]], causa le repressioni [[Napoleone|napoleoniche]], il complesso fu svuotato dei religiosi che ne animavano la vita e cadde presto in abbandono, specie dopo che la chiesa fu spogliata delle sue ricchezze artistiche e abbattuta negli [[anni 1830]].
 
Oggi sopravvive il toponimo, come nel caso di altre chiese distrutte ([[Chiesa di Sant'Agostin|Sant'Agostin]], [[Chiesa di San Stin|San Stin]] ecc.), nel nome della calle dove sorgeva: ''Calle San Nicoleto'' e ''[[calle|Ramo]] San Nicoleto''. In luogo della chiesa fu aperta nell'[[Ottocento]] una [[fucina]] e oggi il territorio è edificato da residenze popolari.<br/>Il convento sopravvissuto, dopo molteplici mutamenti di destinazione d'uso, a partire dal [[Novecento]] è stato parzialmente riportato all'iniziale uso di convento francescano.
 
==Voci correlate==