Gino Pollini: differenze tra le versioni

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Tra i suoi primi progetti vi è la ''"Casa elettrica di Bolzano"'' pubblicata nel settembre del [[1929]] sulla rivista milanese "Natura" e che prelude all'opera realizzata l'anno successivo per la IV Triennale di [[ISIA (Monza)|Monza]] e segnalate in seguito tra le prime opere significative del razionalismo italiano.
 
Sempre nel 1929, in collaborazione con [[Adalberto Libera]] ed allo studio del geometra Elvio Laitempergher di Bolzano, partecipa vincendolo ex-aequo, al "Concorso per il piano regolatore di [[Bolzano]]" con un progetto centrato sulla realizzazione di zone fra loro correlate da un impianto viario radiale secondo un modello ispirato al di poco precedente piano per Amsterdam. La proposta di pianificazione urbanistica prevede anche la formazione di un terzo ponte sul torrente Talvera alla all'altezza dell'attuale del Guncina (ponte Dolomiti) per conformare un ''continuum'' delle zone a verde dei quartieri di Gries e S.Pietro-S.Osvaldo. InterventoL'intervento progettuale è sintesi del ''fare razionalista'' (suddivisione in zone specializzate in residenza, lavoro, svago, servizi correlate da un impianto viario differenziato) e ''di quello organico'' (salvaguardia del ''continuum'', aperto alle zone verdi).
 
Il progetto per Bolzano è preludio al suo impegno nel settore urbanistico che lo porterà a rappresentare la cultura architettonica italiana nei congressi internazionali del [[CIAM]] ed ad essere parte attiva, nel 1933, alla stesura della [[Carta d'Atene]], affermazione del ''credo razionalista'' in urbanistica.