Legio I Italica: differenze tra le versioni

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== Fondazione e anno dei quattro imperatori ==
 
La legione fu arruolata da [[Nerone]] e ricevette le aquile il [[20 settembre]]<ref>{{CIL|3|7591}}</ref> [[66]]<ref>Anno indicato da {{CIL|3|14387}}</ref> in previsione di una spedizione in oriente;<ref>Alle ''Portas Caspias'', attuale [[passo]] di [[Chawar]], fra i monti delle antiche regioni dell'[[Armenia]] e della [[Media]].</ref> fu costituita da reclute nate in [[Italia]] e alte almeno sei piedi (1,80 metri circa), che l'imperatore chiamava la "Falange di Alessandro Magno".<ref>Svetonio, ''Nerone'', xix.</ref> Ricevette il nome di ''Italica'' e fu acquartierata in [[Mesia inferiore]],.<ref>Cassio Dione, lv.24.2.</ref>
 
A causa della ribellione di [[Giulio Vindice]], Nerone fu costretto ad annullare la sua campagna e ad inviare la legione, assieme ad altre truppe, in [[Gallia]] (marzo/aprile [[68]]), probabilmente troppo tardi per essere coinvolta negli scontri, in quanto la rivolta era stata soppressa da [[Lucio Verginio Rufo]], governatore della [[Germania superiore]]; la legione probabilmente rimase in Gallia sotto il comando di Petronio Turpiliano e Rubrio Gallo.<ref>Cassio Dione, lxiii.27.1.</ref>. Nel giugno di quell'anno, però, il [[Senato romano]] riconobbe imperatore [[Galba (imperatore)|Galba]] e Nerone si suicidò. Era evidente che l'esercito del Reno di Verginio (composto dalle legioni [[legio XXI Rapax|XXI ''Rapax'']], [[legio IIII Macedonica|IIII ''Macedonica'']] e [[legio XXII Primigenia|XXII ''Primigenia'']]) aveva fatto la scelta sbagliata. Galba, durante il suo viaggio attraverso la Gallia, fece acquartierare la I ''Italica'' a ''[[Lugdunum]]'' ([[Lione]]), forse per controllare meglio l'esercito del Reno.
 
Nel gennaio del [[69]], l'[[anno dei quattro imperatori]], mentre la I ''Italica'' era ancora a ''Lugdunum'' sotto il comando del legato [[Manlio Valente]],<ref>Tacito, ''Hist.'', i.59, 64 e 74.</ref> il governatore della [[Germania inferiore]] [[Vitellio]] si proclamò imperatore e la I ''Italica'' passò dalla sua parte, discendendo col suo esercito in Italia ad affrontare il pretendente [[Otone]], succeduto a Galba. Dopo un primo scontro avvenuto il [[14 aprile]], l'esercito di Vitellio (composto da [[legio V Alaudae|V ''Alaudae'']], I ''Italica'' e XXI ''Rapax'') sconfisse quello di Otone (formato dalla guardia imperiale, dalla [[legio XIII Gemina|XIII ''Gemina'']] e dalla [[legio I Adiutrix|I ''Adiutrix'']]) nella [[prima battaglia di Bedriaco]]. La I ''Italica'' fu la più coraggiosa di tutte le unità presenti sul campo di battaglia,<ref>Tacito, ''Hist.'', ii.41.</ref> tanto che all'ingresso di Vitellio a Roma la sua aquila fu una delle ''quattor legionum aquilae'' a partecipare alla sfilata per le strade cittadine.<ref>Tacito, ''Hist.'', ii.89.</ref>.
 
Intanto un nuovo pretendente al trono imperiale si era fatto avanti, il comandante delle legioni orientali [[Tito Flavio Vespasiano]], che ottenne anche il sostegno delle legioni danubiane. Quando l'esercito di Vitellio lasciò Roma per andare incontro al nemico, alla fine della colonna erano la I ''Italica'', la XXI ''Rapax'' e le [[vessillazione|vessillazioni]] delle legioni britanniche,<ref>Tacito, ''Hist.'', ii.100.</ref> inviate in anticipo a [[Cremona]] da Cecina.<ref>Tacito, ''Hist.'', iii.14.</ref> Senza comandante, a seguito di un fortunato scontro della loro cavalleria, le legioni britanniche uscirono dalla città, ma furono sconfitte dalle truppe di Vespasiano guidate da Vipsanio Messala e costrette a tornare entro le mura cittadine.<ref>Tacito, ''Hist.'', iii.18.</ref> Nel frattempo sopraggiunsero la I ''Italica'' e la XXI ''Rapax'', che si gettarono nottetempo nella mischia per aiutare i loro camerati; nella confusione e nell'oscurità persero di coesione, furono sconfitte e deposero le armi ([[seconda battaglia di Bedriaco]], [[24 ottobre]]).<ref>Tacito, ''Hist.'', iii.22.</ref>