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Lo stabile [[GIL]] di [[Monza]], detto '''Urban Center''' fu costruito nel [[1934]], ed è un esempio di architettura [[Razionalismo italiano|razionalista]] dell'epoca (architetto Putelli).
Con il termine '''Urban Center''' si è designato negli ultimi decenni un insieme di strutture di diverso tipo, inizialmente presenti per lo più in paesi anglosassoni, talvolta emanazione diretta delle istituzioni locali di governo della città, nate per svolgere un’attività di servizio nei confronti degli attori mobilitati (o potenzialmente interessati) nei processi decisionali delle politiche urbane, con lo scopo di migliorarne il livello d’informazione, conoscenza, trasparenza, partecipazione, condivisione, effettività.
 
La facciata rivolta verso piazza Castello, è curva; l'edificio ha una pianta a "U" e racchiude un ampio cortile.
Il fenomeno degli Urban Center è connesso alla metamorfosi del quadro dei soggetti artefici degli scenari di trasformazione della città. La nuova generazione, se così possiamo definirla, di strategie di promozione, sviluppo e commercializzazione in campo urbano nella contemporaneità sembra privilegiare un approccio più sensibile alla figura della complessità degli attori, con la maturazione da parte delle amministrazioni nel pilotare e gestire con sicurezza crescente modalità, tempi, rapporti dialogici tra gli interessi e riscontri spaziali. E’ ormai superato, infatti, il tradizionale, monolitico modello di contrapposizione dialettica pubblico/privato a causa della proliferazione sulla scena urbana di un numero sorprendente di attori - per quantità e caratterizzazione -, frutto del partenariato tra soggetti consolidati (enti locali, imprese, consorzi di privati, gruppi bancari, STU e società miste) e “protagonisti emergenti”, (società di scopo, promoters tematici, gruppi di gestione, authorities, enti di comunicazione e valorizzazione d’immagine, gruppi d’interesse diffuso), nuovi stakeholders che nel perseguire specifiche missioni si fanno portatori di approcci innovativi tanto nel processo di formazione e stabilizzazione dei profili progettuali, quanto nelle architetture di supporto ai percorsi realizzativi e gestionali degli interventi.
La costruzione è a due piani (oltre ad un seminterrato) collegati da un grande scalone che raggiunge il terrazzo-solarium. La costruzione fu inaugurata il 6 Ottobre 1934 da Mussolini stesso e fu sede di manifestazioni sportive e culturali fino al [[1939]].
Dopo la guerra l'edificio passò al Commissariato della Gioventù Italiana e poi, nel [[1947]], alla Camera del Lavoro. Nel 1949 fu sede del cinema Smeraldo. Nel 1962 lo stabile fu acquistato dal Comune che v'installò delle scuole e poi lo adibì a sede dei Vigili urbani.
 
Dopo lunghi anni di abbandono, nel [[2005]] l'edificio è stato restaurato e riproposto alla città come spazio multifunzionale cittadino per scopi di rappresentanza, congressuali ed espositivi. Ospita anche una [[Teatro Binario 7|sala teatrale]] e, nell'attico, una struttura belvedere sulla città di Monza e la Brianza.
Da qui nasce l’esigenza in Italia di promuovere e sviluppare luoghi privilegiati, trasparenti e riconoscibili deputati all’informazione, comunicazione, partecipazione e promozione degli scenari di trasformazione in progress della città. L’articolata denominazione (“Casa della Città”, “Urban Center”, “Infopoint”, “Centro di documentazione urbana”, etc.) individua un insieme di strutture di diverso stile, ispirate a consolidate esperienze anglosassoni (USA in particolare), talvolta emanazione diretta delle istituzioni locali di governo della città, nate per svolgere un’attività di servizio nei confronti degli attori mobilitati (o potenzialmente interessati) nei processi decisionali delle politiche urbane, con lo scopo di migliorarne il livello d’informazione, conoscenza, trasparenza, partecipazione, condivisione, effettività.
 
[[Categoria:Monza]]
La declinazione degli Urban Center deriva dalle diverse “missioni” che i soggetti ispiratori perseguono; l’evoluzione delle interpretazioni date a queste iniziative è strettamente correlata alla prima chiave di lettura proposta, la moltiplicazione del panel degli attori che, in tempi relativamente recenti, si è prodotta nell’arena urbana. L’interesse è dato dai primi segnali di evoluzione di queste strutture che, anche in Italia, costituiscono una intrigante opportunità per le autorità di governo locale, utile a sperimentare nuove forme di democrazia partecipativa, non limitata agli aspetti passivi di tipo comunicativo-informativo, ma finalizzata alla costruzione condivisa delle linee guida delle politiche urbane.
[[Categoria:palazzi di Monza]]
 
[[Categoria:Teatri di Monza]]
'''Bibliografia'''
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Comune di Pesaro, Istituto per la Ricerca Sociale (1999). ''La costruzione dell’Urban Center nella prospettiva della pianificazione strategica'', Comune di Pesaro/Irs, Pesaro;<BR>
Fareri P. (1995), ''Urban Center. L’esperienza statunitense''. Camera di Commercio di Milano, Istituto per la Ricerca Sociale, Milano;<BR>
Monardo B. (2007, a cura di), ''Urban Center. Una casa di vetro per le politiche urbane'', Officina Edizioni, Roma; <BR>
 
'''Siti Web'''
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[http://www.urban-center.org Osservatorio di ricerca sugli Urban Center ]<BR>
[http://www.urbancenter.to.it Urban Center Torino ]<BR>
[http://www.urbancenterbologna.it Urban Center Bologna ]